Enea: “Mar Mediterraneo si alzerà di 1 metro entro 2100”. Le zone che saranno sommerse in Italia

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 13 Febbraio 2019 - 14:44 OLTRE 6 MESI FA
Mar Mediterraneo, Enea: Zone sommerse in Italia da innalzamento acqua

Enea: “Mar Mediterraneo si alzerà di 1 metro entro 2100”. Le zone che saranno sommerse in Italia

ROMA – Entro il 2100 le acque del Mar Mediterraneo si innalzeranno di almeno 1 metro per cola del riscaldamento globale. Per questo motivo l’Enea ha lanciato l’allerta per oltre 5600 chilometri quadrati dell’Italia e più di 385 chilometri di costa che finiranno sommersi. Un allerta a cui bisogna rispondere con adeguamenti delle aree costiere italiane a rischio, da Napoli a Venezia e La Spezia che rischiano di essere cancellate dalle acque.

Questi i risultati presentati dall’Enea a Roma il 13 febbraio: “Il livello del mar Mediterraneo si sta innalzando velocemente a causa del riscaldamento globale. Entro il 2100 migliaia di chilometri quadrati. Entro la fine del secolo l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 metri, prendendo in considerazione un modello cautelativo, e tra 1,31 metri e 1,45 metri, seguendo una base meno prudenziale”.

A questi valori, spiega l’Enea,”bisogna aggiungere il cosiddetto ‘storm surge’, ossia la coesistenza di bassa pressione, onde e vento, variabile da zona a zona, che in particolari condizioni determina un aumento del livello del mare rispetto al litorale di circa 1 metro”. Sommando la superficie delle 15 zone costiere già mappate – in tutto si arriverà a 40 più a rischio -, “si arriva a un’estensione totale a rischio inondazione di 5.686,4 kmq”, una superficie “pari a una regione come la Liguria”. 

Il fenomeno dell’innalzamento del mare, che al 2100 metterebbe a rischio oltre 5.600 kmq del nostro Paese, riguarda praticamente tutte le regioni italiane bagnate dal mare, per un totale di 40 aree costiere. Così le proiezioni dell’Enea diffuse oggi nel corso di un convegno dedicato al Mediterraneo e all’economia del mare insieme con Confcommercio. 

In particolare – i dati disponibili riguardano 15 aree su un totale di 40 identificate – la questione riguarda una vasta area nord adriatica tra Trieste, Venezia e Ravenna; la foce del Pescara, del Sangro e del Tronto in Abruzzo; l’area di Lesina (Foggia) e di Taranto in Puglia; La Spezia in Liguria, tratti della Versilia, Cecina, Follonica, Piombino, Marina di Campo sull’Isola d’Elba e le aree di Grosseto e di Albinia in Toscana; la piana Pontina, di Fondi e la foce del Tevere nel Lazio; la piana del Volturno e del Sele in Campania; l’area di Cagliari, Oristano, Fertilia, Orosei, Colostrai (Muravera) e di Nodigheddu, Pilo, Platamona e Valledoria (Sassari), di Porto Pollo e di Lido del Sole (Olbia) in Sardegna; Metaponto in Basilicata; Granelli (Siracusa), Noto (Siracusa), Pantano Logarini (Ragusa) e le aree di Trapani e Marsala in Sicilia; Gioia Tauro (Reggio Calabria) e Santa Eufemia (Catanzaro) in Calabria.