NOVARA – C’erano una volta i geografi della De Agostini che tracciavano mappe e atlanti del pianeta Terra. Ora gli stessi geografi sono impegnati a svelare, rigorosamente su mappa, i segreti di Marte. I geografi si sono messi in proprio, guidati da Stefano Giuliani, ex responsabile della cartografia De Agostini, che oggi è amministratore delegato di Geo4Map.
Elisabetta Fagnola su La Stampa scrive che la Geo4Map lavora sulle carte astronomiche e l’ultima fatica è una mappa di Marte basata sulle rilevazioni della Nasa:
“«Prima dovevo aspettare sette firme perché l’idea venisse accettata, ora il vantaggio è che possiamo partire subito» racconta Stefano Giuliani, amministratore delegato di Geo4Map. Era il responsabile della cartografia di De Agostini: nel 2009 con altri otto ex dipendenti crea il primo spin-off dell’Istituto Geografico, a fine 2014 dopo una lunga trattativa firma l’accordo con cui la società degli ex dipendenti rileva l’intero reparto cartografico, il cuore dell’azienda fondata da Giovanni De Agostini a Roma nel 1901, cresciuta per un secolo a Novara, attraversata come le altre dalla crisi dell’editoria.
Così anche gli ultimi dipendenti in mobilità vengono assorbiti nella nuova impresa che nel 2015 ha fatturato 1,3 milioni di euro e punta a 1,8 milioni nel 2016: «Siamo una ventina, in pratica tutto il reparto dell’Istituto Geografico – racconta Giuliani -. Siamo piccoli, ma di fatto in Italia gli unici rimasti a occuparci di cartografia a questo livello. Volevamo che il brand della cartografia restasse Novara»”.
Giuliani spiega al giornale blabla che nell’era di Google Earth e dei selfie degli astronauti i vecchi planisferi non bastano più e ora bisogna puntare allo spazio. Dopo la prima mappa della Luna, spiega Giuliani, a marzo uscirà in 2mila copie la prima mappa di Marte pensata per chi non “mastica astronomia tutti i giorni”:
“Perdersi fra le pieghe del pianeta rosso è un attimo: c’è l’Olympus Mons, un vulcano alto 21mila metri, la depressione più profonda a meno 8mila «dove probabilmente un tempo c’era qualcosa di simile ai nostri mari», la pianura dedicata all’astronomo italiano Schiapparelli, i punti in cui i veicoli spaziali sono atterrati, «come la sonda Pathfinder nel 1997, quella che appare nel film The Martian per intenderci». Perché anche il cinema ha avuto la sua parte d’influenza nel lavoro dei cartografi: «Interstellar e Star Wars hanno creato una grande curiosità nei ragazzi, e sinceramente anche noi».
Il segreto è tradurre la cartografia tradizionale in nuove tecnologie, senza perdere nulla del passato: così mentre aggiornano lo storico Calendario Atlante De Agostini, che esce ogni anno dal 1904 per il piacere dei collezionisti, producono app legate alle carte escursionistiche da stampare su materiali ecologici, hanno ceduto a Google i dati che oggi ci permettono di orientarci in Italia con i nostri smartphone e preparano l’uscita dell’atlante dell’Unesco”.