Marte, sonda Schiaparelli: atterraggio giallo. Perso contatto un minuto prima dell’impatto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2016 - 14:20| Aggiornato il 20 Ottobre 2016 OLTRE 6 MESI FA
la sonda italiana Schiaparelli

La sonda italiana Schiaparelli (foto Ansa)

ROMA – Marte, la sonda italiana Schiaparelli ha rispettato il suo appuntamento con Marte previsto per le 16,48 di oggi 19 ottobre 2016. Anzi no. O meglio: non si sa. Di certo, purtroppo, c’è solo che la sonda ha perso il contatto con la Terra un minuto prima dell’atterraggio. E che, per ora, quel contatto ancora non è stato ristabilito. Non tutto però è perduto e per sapere l’esito della missione che parla italiano bisognerà attendere il 20 ottobre almeno.

Alla mezzanotte del 20 ottobre, il lander Schiaparelli della missione europea ExoMars continua a essere silenzioso: la sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa, che ha sorvolato l’area in cui dovrebbe trovarsi il veicolo “ha cercato di comunicare con il lander, ma non ha registrato niente”, ha detto all’ANSA Paolo Ferri, direttore delle operazioni di volo dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Non c’è quindi al momento alcuna conferma che il lander della missione ExoMars sia attivo sul suolo di Marte, ma non tutto è perduto: durante la ricezione a Terra dei dati della sonda Mro c’è stato un problema di comunicazione. Non è chiaro, quindi, se il silenzio sia dovuto proprio a questo oppure a un problema del lander Schiaparelli.

Da qui a dire che la missione sia fallita, dunque, ce ne corre. Dall’Agenzia spaziale europea, infatti, fanno sapere che “ci sono ancora speranze”. Ma una certa preoccupazione, come è lecito, c’è. La sonda in realtà ha già trasmesso i primi dati ma un minuto prima dell’atterraggio, che è poi il cuore della missione, il segnale è scomparso.

Il segnale della discesa di Schiaparelli era stato ricevuto correttamente dal radiotelescopio Gmrt (Giant Metrewave Radio Telescope) che si trova in India, a Pune, “ma si è interrotto verso la fine. Rispetto ai tempi previsti, questo è accaduto nella fase finale, quando mancava un po’ meno di un minuto al momento dell’arrivo sul suolo”, ha detto Ferri dell’agenzia spaziale. D’altro canto, però, “quello del radiotelescopio era una sorta di esperimento”.

Le comunicazioni più attese erano quelle della sonda Mars Express, ma anche quest’ultima ha confermato la perdita del segnale, interrotto improvvisamente prima dell’arrivo a Terra”.    Tuttavia le speranze non sono perdute. “Siamo delusi e preoccupati, ma le notizie che abbiamo finora – ha rilevato Ferri – non vogliono dire nulla ancora sull’esito dell’atterraggio: potrebbe essere successo di tutto”.

La sonda ha iniziato la discesa sul pianeta rosso sei minuti prima del rendez vous con il suolo. Sei minuti in cui la sonda è scesa alla velocità di 21 mila chilometri l’ora. L’impatto è stato calcolato e ricalcolato mille e mille volte. Ma nessuno può garantire, per ora, che tutto sia andato liscio e senza intoppi. La sonda italiana infatti va lì, è lì, lì è stata inviata proprio per questo: per testare come si “atterra” sul pianeta rosso.

Altri oggetti terrestri hanno toccato finora il suolo marziano ma Schiaparelli è quantitativamente e qualitativamente di più. E’ il test che se va bene precede l’invio su Marte di un vero e proprio Rover, veicolo semovente da esplorazione già tra quattro anni, nel 2020. Obiettivo ambizioso: missione umane su Marte nel terzo decennio degli anni Duemila, insomma tra il 2030 e il 2040.

La sonda italiana, così definibile per la gran parte di tecnologia appunto italiana che trasporta e contiene, è partita l’11 di marzo di quest’anno, porta il nome di un astronomo italiano ed è una missione europea, dell’Ente spaziale europeo. Il successo eventuale, più che probabile, della missione non entusiasmerà e coinvolgerà più di tanto opinioni pubbliche assuefatte alle notizie di esplorazioni spaziali. Sembrerà una notizia di routine. Ma tale non è: oggi pomeriggio, più o meno alle spagnole cinque della sera, più o meno all’ora inglese del tè, più o meno quando in Italia si stacca dagli uffici…lassù parte la missione Marte. Oggi proviamo ad “atterrarci” in grande, tra 15 anni appuntamento tra Marte e uomini in carne e ossa.

Foto Ansa