Marte, sarà possibile vivere sul pianeta rosso? Non ancora

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Agosto 2018 - 05:15 OLTRE 6 MESI FA
Marte, perché non possiamo vivere sul pianeta rosso

Marte, sarà possibile vivere sul pianeta rosso? Non ancora

LONDRA – Pianeta Marte, sarà possibile viverci? [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Sarebbe meraviglioso poter testimoniare che si può vivere su Marte ma al contempo un errore ritenere, in base alle notizie dell’estate scorsa, che si profili un evento di questa portata, risponde Neel V. Patel sul Daily Beast.

Negli ultimi mesi abbiamo appreso nuove prove del fatto che le molecole organiche complesse, gli ingredienti costitutivi della vita, sono state preservate nelle rocce marziane; l’atmosfera di Marte mostra variazioni stagionali del metano, una potenziale firma chimica della vita e inoltre che sotto la superficie del pianeta ci sia un’enorme riserva di acqua.

Ognuna di queste scoperte infittisce la trama nella ricerca di organismi extraterrestri e ci spinge a credere che presto potremo trovare la prima prova che altrove ci sia vita. La storia di Marte è lunga 4,6 miliardi di anni ed è, scrive Patel, “un racconto complicato, tragico”. L’antico Marte era simile alla Terra. Era carico di un’atmosfera densa che manteneva le cose calde, protetto da un campo magnetico che poteva fermare le radiazioni cosmiche e i raggi UV dalla sterilizzazione della superficie, e quasi certamente pullulava di acqua sulla superficie: poteva dunque supportare la vita come noi la conosciamo.

Perché la vita esista, “c’è bisogno di energia, di acqua, di sostanze nutritive, di un riparo, e su Marte c’è tutto questo”, osserva Nathalie Cabrol, un’astrobiologa della NASA coinvolta nella ricerca di segni di extraterrestri su Marte. Ma ciò è è molto diverso da quello che attualmente sembra Marte. Anche nelle condizioni ideali, come in un giorno d’estate, le temperature del pianeta possono arrivare a circa 70° Fahrenheit mentre di notte scendono a -100°. Senza considera quanto sia più freddo vicino ai poli o durante i mesi invernali. Non c’è atmosfera in grado di mantenere il clima caldo e temperato per l’essere umano. E Marte ha perso il campo magnetico molto tempo fa, il che significa che le radiazioni eliminerebbero tutto ciò che c’è sulla superficie.

Tre mesi fa, Curiosity Rover si è imbattuto in una montagna alta tre miglia, il cratere Gale, vicino all’equatore marziano con una valle che sembrava contenere metano, un segno di vita primitiva e organica, ma i ricercatori hanno frenato il loro entusiasmo a causa della struttura degli stessi organici. “La struttura chimica delle molecole, per quanto ne sappiamo, è abbastanza casuale”, ha detto Roger Everett Summons, ricercatore di scienza planetaria del MIT e membro del team che ha realizzato la scoperta del cratere Gale.

Dirk Schulze-Makuch, un astrobiologo tedesco e professore alla Technical University di Berlino, ritiene che potrebbero essere segni di una vita aliena del passato e nota al contempo che mostrano segni di degrado. “Non sta andando nella direzione della vita ma verso il decadimento. Le molecole non evolveranno in vita”.

Anche se le condizioni su Marte dovessero cambiare e diventare più favorevoli, ad esempio l’uomo arriva e trasforma il pianeta rosso in Terra 2.0, Schulze-Makuch ha comunque dei dubbi che le molecole posseggano la chimica per riunirsi e creare biologia. “Sappiamo dalla Terra che la vita è come una malattia”, ha detto Cabrol. “È davvero molto difficile liberarsene! Non sarebbe stato troppo difficile continuare a sopravvivere sulla superficie di Marte. Se la vita è iniziata su Marte, dunque probabilmente è ancora lì”.

Come sarebbe oggi, dunque, quella vita su Marte? Cabrol ha ha fatto molte ricerche sul campo, esplorando alcuni dei luoghi più duri e più freddi della Terra per studiare i microbi chiamati estremofili, riusciti a vivere in questi luoghi, ambienti che sono quelli più vicini alle condizioni su Marte.
La riserva di acqua liquida subglaciale vicino al polo sud è un potenziale habitat ma un c’è motivo per essere scettici. L’acqua interagendo con gli iperclorati è probabilmente sfuggita alla trasformazione in ghiaccio ma è diventata estremamente salata. Qualche estremofilo avrebbe potuto imparare ad adattarsi a queste condizioni, e Freissinet ha sottolineato che “la vita continua a sorprenderci”.