La mela artica Ogm che non diventa mai nera: sugli scaffali venduta già a fette

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Novembre 2017 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA
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La mela artica Ogm che non diventa mai nera: sugli scaffali venduta già a fette

ROMA – La mela artica Ogm che non diventa mai nera: sugli scaffali venduta già a fette. Per chi non ha voglia o tempo per tagliare e sbucciarsi da solo una mela, è in arrivo sul mercato americano il pomo già ridotto a fette e imbustato. Peculiarità principale: una volta tagliata, questa mela non diventa nera, cioè non ossida a contatto con l’ossigeno. E’ geneticamente modificata, si chiama “arctic”, è prodotta dalla Okanagan Specialty Fruits con sede in Canada.

Il previsto test di vendita comincerà sugli scaffali di 400 supermarket del Midwest Usa. L’evento è importante non solo per la Okanagan: se un prodotto di larghissimo consumo come la mela supera la diffidenza del consumatore verso l’offerta Ogm, farà da apripista per una nuova rivoluzione merceologica.

Il titolare della compagnia, presa la guida dei frutteti nel 1995, cominciò a pensare a un prodotto che incontrasse e soddisfacesse le esigenze dei consumatori: nel 2003 pensò alla mela già sbucciata e tagliata a fette, sfruttando la scoperta australiana del gene che codifica l’enzima che fa imbrunire frutta e verdura a contatto con l’ossigeno. Inibito il gene la mela non scurisce più.

“Se la mela vende, aprirà la strada per gli altri” spiega Yinong Yang della Pennsylvania State University di University Park in una intervista a Nature. Mary Maxon della Lawrence Berkeley National Laboratory di California conferma: “La mela non è il primo ogm che la gente potrà mangiare, ma è il primo che i consumatori possono valorizzare”. Per ora la ditta produttrice, in attesa dei primi dati di vendita, si affida a indagini di mercato che indicano una maggiore apertura agli ogm da parte di una fascia di consumatori americani. Restano comunque alte le critiche per la mancanza di dettagli sulla “arctic” e su come viene cresciuta. (Giacomo Talignani, La Repubblica)