ROMA – La missione Rosetta arriva al termine. La sonda ha toccato il suolo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e il momento di dirgli addio è arrivato. Dopo aver salutato il lander Philae, anche per Rosetta la missione è finita. Il 30 settembre la sonda si è adagiata sulla cometa, dopo una caduta libera durata qualche ora in cui gli strumenti hanno scattato le immagini più ravvicinate mai ottenuto, e gli strumenti a bordo sono stati spenti.
Rosetta ha inviato anche dati su gas e polveri vicini al suolo, che potrebbero contenere informazioni preziose per ricostruire le origini del del Sistema Solare e, forse, per scoprire molecole alla base dei mattoni della vita.
Andrea Accomazzo, direttore di Volo della missione e “pilota” della sonda, ha spiegato che la sera del 29 settembre la manovra che ha portato la cometa in posizione “è stata praticamente perfetta” e ora Rosetta è in caduta libera e pronta alla collisione:
“Come accade in ogni manovra, c’è stata solo qualche piccola variazione, che porterà la sonda Rosetta ad atterrare 90 secondi prima del previsto e a 44 metri di distanza dal punto individuato”.
Il finale è stato grande, come promesso, per una delle missioni spaziali più celebri degli ultimi decenni, organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Lanciata il 2 marzo 2004, Rosetta ha collezionato un record dopo l’altro, ma il più famoso è stato senz’altro il primo atterraggio su una cometa di un veicolo spaziale, il lander Philae. Alle 13,20 del 30 settembre la sonda ha toccato il suolo della cometa e nello stesso lobo nel quale si trova Philae. I due veicoli sono però distanti, ma l’atterraggio è avvenuto secondo le previsioni.
Un avvicinamento lento e a passo d’uomo, quello della caduta libera, che non andrà sprecato. La sonda Rosetta infatti ha lavorato a ritmo serrato per inviare sulla Terra le immagini ravvicinate della superficie della cometa. Negli ultimi due anni di missione infatti la sonda ha lavorato a una distanza minima di 20 chilometri, per evitare che le polveri e i gas liberati dall’oggetto celeste danneggiassero gli strumenti a bordo. Ora che la missione volge al termine, l’ultimo regalo di Rosetta è stato l’incontro più ravvicinato con una cometa nella storia dell’umanità e della scienza. Incontro che la sonda ha documentato con cinguettii su Twitter:
“Mentre mi avvicino alla superficie il mio strumento Rosina indica l’aumento della pressione dei gas intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko”.
La discesa è cominciata alla velocità di 30 centimetri al secondo, circa un chilometro l’ora, e poi per effetto della gravità della cometa, la sonda Rosetta ha accelerato progressivamente fino a raggiungere 90 centimetri al secondo, ossia una velocità inferiore a quella di una persona che cammina. Avvicinandosi al suolo, ha inviato a Terra anche una scansione della zona in cui andrà a cadere, chiamata Ma’at, e piena di crateri dal diametro di 100 metri e profondi fino a 60 metri, dai quali fuoriescono gas e polveri.
Johann-Dietrich Woerner, il diretto dell’Esa, ha salutato la missione ringraziando Rosetta e Philae, una missione durata 10 anni:
“La missione Rosetta è incredibile, perfetta in ogni momento saliente della sua storia: ben fatto Philae, ben fatto Rosetta. Da Rosetta abbiamo avuto dati scientifici fantastici e informazioni preziose sul Sistema Solare”.
(Credit Photo: Esa/Missione Rosetta)