Monogamia, mistero dell’evoluzione: tutto cominciò per difendere i figli

di Francesco Montorsi
Pubblicato il 4 Settembre 2013 - 06:41 OLTRE 6 MESI FA
Monogamia, mistero dell'evoluzione: tutto cominciò per difendere i figli

Monogamia, mistero dell’evoluzione: tutto cominciò per difendere i figli (foto Lapresse)

ROMA – «La monogamia è un problema». Eccoci di fronte al poco ispirato aforisma di un libertino? No, si tratta della riflettuta constatazione di un esperto dell’evoluzione. Due team di ricercatori britannici hanno cercato di dare una risposta al perché della monogamia, mistero legato alla storia dell’evoluzione umana.

La monogamia, forma di unione vincolante e vitalizia tra due sposi, pare a noi il fondamento, più o meno stabile, più o meno giusto, dell’edificio della civiltà. Ma questa realtà pone agli scienziati dei gravi problemi.

La monogamia è tutto fuorché diffusa là fuori, nel mondo animale e specialmente tra i mammiferi. Solo il nove (secondo altri il tre) percento la pratica. Tra le scimmie, il dolce giogo della monogamia è mediamente apprezzato, estendendosi a circa un quarto delle specie (ma le scorribande erotiche dei Bonobo, adepti del sesso ricreativo, sono giustamente famose).

E c’è da dire poi, a onor del vero, che gli uomini non si allontanano molto dalle scimmie. Se guardiamo l’insieme delle culture umane dalla preistoria ad oggi un dato colpisce: solo il diciassette per cento di queste hanno dato un senso alla parola monogamia. E la poca propensione dell’uomo per i legami è confermata, qualora ce ne fosse bisogno, dalle innumerevoli e spirituali opinioni che uomini e donne hanno espresso sul legame indissolubile. «La monogamia è come lo sport del croquet, riesci pure ad imparare le regole, ma quando cominci scopri che giocare non è divertente». «La monogamia è come la poligamia: una donna di troppo». «Il matrimonio richiede talento, la monogamia genialità».

Ma per quanto sia rara, difficile o poco invidiabile, è fuor di dubbio che la monogamia sia molto diffusa nell’umanità (molto più che il diciassette per cento della popolazione). Come spiegarla però scientificamente dal punto di vista della riproduzione della specie visto che una sola coppia stabile vuol dire necessariamente meno riproduzione e dunque meno esemplari di una specie?

Due ricerche inglesi sono state pubblicate nel mese di luglio 2013, dando due risposte diverse all’enigma evolutivo. L’equipe del professore Dieter Lukas, Università di Cambridge, ritiene che la monogamia sia nata dalla dispersione degli esemplari di una specie su un vasto territorio. Il professore Kit Opie, dell’University College di Londra, ha raggiunto un’altra conclusione. Studiando il comportamento di alcune specie di scimmie monogame ha dedotto che la monogamia è nata dalla minaccia di infanticidi. I maschi, di fronte al pericolo che un rivale ammazzasse la prole, hanno cominciato a restare vicino alla femmina proteggendo lei ed i cuccioli.

Se i due studi divergono sulle ragioni della monogamia, entrambi concordano sull’importanza di questa nella storia evolutiva dell’uomo. La monogamia ha portato all’aumento delle cure genitoriali. La presenza costante di un padre e una madre ha permesso ai cuccioli d’uomo di essere nutriti meglio e più a lungo. Quelle dosi extra di proteine e calorie hanno rappresentato, secondo i paleoantropologi, uno spartiacque nella storia umana. A trarre beneficio delle nuove risorse sarebbe stato il cervello, un organo che gli esseri umani hanno comparativamente molto grande e che è fortemente bisognoso di calorie.