Moschee a Roma: Islam diviso

Pubblicato il 26 Maggio 2011 - 16:59| Aggiornato il 27 Maggio 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mentre a Milano Letizia Moratti e i suoi fanno campagna elettorale anti-moschea, a Roma sono i musulmani stessi a farsi la guerra nel centro islamico più grande d’Europa.

A raccontarlo è Karima Moual dalle colonne del Sole 24 Ore. Le fazioni in lotta sono due: da un lato i più riformisti del Marocco e dall’altro i più conservatori dell’Arabia Saudita.

Si è fatto valere il comitato “musulmani per il cambiamento”, con Ahmad Gianpiero Vincenzo portavoce. Al centro c’è la direzione e gestione del centro islamico da parte del segretario generale Abdellah Redouane.

A Roma la scuola islamica marocchina è guidata dal segretario generale Abdellah Redouane e quella saudita dal presidente dell’assemblea generale della moschea, Al Mandil.

Scrive Moual: “Il Marocco da anni promuove un islam aperto e riformista nella propria comunità all’estero, che in Italia conta 650mila persone. Ogni anno, attraverso accordi con lo Stato italiano, manda imam qualificati, dotti e professori di lingua araba a seguire la comunità.Ma gli animi si erano già scaldati in modo significativo da mesi, quando proprio dall’Arabia Saudita si premeva per la sostituzione in tempi rapidi del segretario generale marocchino. Con il conseguente annuncio che da quel momento in poi l’Arabia Saudita non avrebbe più messo mano al portafoglio. A quel punto il Marocco è intervenuto ad appianare il buco mettendoci i soldi di tasca propria. Una sorpresa che ha evidenziato quanto la battaglia sarebbe stata più dura del previsto”.