“Munnezza” a Napoli. Percolato nel terreno: la camorra e la discarica di Chiaiano

Pubblicato il 21 Marzo 2011 - 16:46 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Percolato nella discarica di Chiaiano, nel napoletano: da questo elemento è partita l’inchiesta rifiuti che ha portato alla emissione di 11 avvisi di garanzia: L’indagine verte sulla società Ibi, che gestisce il sito oltre ad altri impianti in Campania e a quello di Bellolampo a Palermo, e sulla Edil Car, controllata dalla famiglia Carandente, che ha ottenuto il subappalto.

L’ipotesi della procura è che attraverso queste due società (la prima già destinataria di un’interdittiva antimafia) i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllassero lo sversamento dei rifiuti e i relativi appalti. Agli atti dell’inchiesta ci sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui l’ex imprenditore del settore dei rifiuti Gaetano Vassallo.

Agli indagati vengono contestati i reati di traffico di rifiuti e frode in pubbliche forniture. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Noe, quando si decise di allestire una discarica nella cava prima adibita a poligono di tiro venne usato materiale di qualità scadente per impermeabilizzare il suolo: in particolare si fece uso di argilla estratta abusivamente nel Salernitano. Il risultato fu che il suolo è rimasto permeabile e il percolato è finito nel sottosuolo.

Nel corso dell’operazione, i militari hanno sequestrato un’altra discarica di 15.000 metri quadri a Giugliano di proprieta’ della famiglia Carandente, ritenuta vicina al clan Mallardo. Anche da questo impianto sarebbe stato preso materiale per allestire la discarica di Chiaiano.