La pandemia da coronavirus durerà ancora per 18-24 mesi: lo dice uno studio dell’Università del Minnesota

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Maggio 2020 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
La pandemia da coronavirus durerà ancora per 18-24 mesi: lo dice uno studio dell'Università del Minnesota

La pandemia da coronavirus durerà ancora per 18-24 mesi: lo dice uno studio dell’Università del Minnesota (foto ANSA)

ROMA – La pandemia da coronavirus durerà ancora per 18-24 mesi, ovvero fino a quando il 60-70% della popolazione mondiale non avrà contratto la malattia, e un vaccino potrebbe aiutare ma non in tempi rapidi.

E’ la previsione del ‘Center for Infectious Disease Research and Policy’ (CIDRAP) dell’Università del Minnesota, riporta la Cnn.

“Questa cosa non si fermerà finché non infettato il 60-70 percento della popolazione, ha detto all’emittente Usa Mike Osterholm, direttore del CIDRAP e uno degli autori dello studio.

“L’idea che finirà presto sfida la microbiologia” ha aggiunto Osterholm.

Da parte sua, l’epidemiologo della Harvard School of Public Health e un altro autore dello studio, Marc Lipsitch, ha sottolineato che, “sulla base delle più recenti pandemie di influenza, questa (pandemia) durerà probabilmente dai 18 ai 24 mesi”.

Un periodo, questo, durante il quale “l’immunità di gregge si sviluppa gradualmente nella popolazione”.

Un vaccino potrebbe aiutare, sottolinea lo studio, ma “probabilmente non sarà disponibile almeno fino ad una data imprecisata del 2021”. 

Secondo lo studio sono possibili tre scenari.

Nel primo la prima ondata di coronavirus della primavera del 2020 sarà seguita da una serie di ondate più piccole durante l’estate per un periodo che andrà avanti da uno a due anni, diminuendo gradualmente fino alla fine del 2021.

Il secondo scenario è catastrofico e prevede un’ondata più grande dall’autunno all’inverno nel 2020 e uno spegnimento nel 2021 ma questo modello prevede che ci sia un ripristino delle misure di quarantena in autunno per fermare l’esaurimento dei posti in terapia intensiva.

Si pensa a un modello simile a quello dell’epidemia di Spagnola nel 2018 e nel 2019.

Il terzo scenario prevede invece una combustione lenta della trasmissione in corso senza collasso delle strutture ospedaliere ma secondo gli esperti stati e territori dovrebbero prepararsi alla pianificazione dello scenario peggiore.