Superpatata resistente agli insetti senza Ogm e pesticidi

Pubblicato il 26 Settembre 2011 - 13:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  La patata a prova di insetto è stata creata dai genetisti dell’Agricultural Research Service degli Stati Uniti. Oltre ad essere commestibile, le sue proprietà insetticide sono dovute all’incrocio tra il tubero americano e delle specie selvatiche del sud America resistenti agli insetti. Sarà salvo il giro d’affari di 3,3 miliardi di dollari in America, senza bisogno di ricorrere agli Ogm ed ai pesticidi.

I genetisti dell’Ars hanno notato però l’alta resistenza ai parassiti di due tipi di patate selvatiche, la Solanum berthaultii e la Solanum etuberosum, provenienti rispettivamente dal Cile e dalla Bolivia. Parassiti quali la dorifora della patata e l’afide Myzus persicae non ne gradiscono il sapore. L’incrocio tra questi due tuberi selvatici e la comune patata ha permesso di creare una “superpatata” ricca di glicoalcaloidi, sostanza repellente per le larve di elateridi, che affliggono le colture di tuberi in America.

Roberto Viola, direttore del Centro di ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach di Trento ha spiegato che “la notizia è rilevante perché dimostra che si possono creare varietà di piante d’interesse commerciale resistenti alle malattie trasferendo caratteristiche presenti nelle specie selvatiche”. Viola ha poi sottolineato l’importanza di “produrre piante resistenti ai patogeni attraverso il miglioramento genetico assistito è una strada percorribile: è un approccio scientificamente avanzato ma essenziale, perché può garantire la futura sostenibilità delle produzioni agricole riducendo sia i costi di produzione che il footprint chimico in campagna”.

Oltre al miglioramento genetico assistito c’è poi un’altra soluzione, come propone Gianfranco Acanfora, chimico della Fondazione Edmund Mach: “stiamo lavorando sulla selezione di sostanze che gli insetti usano per riconoscersi sessualmente o per individuare le piante di cui si nutrono. Conoscendo queste sostanze possiamo creare interferenze nella loro comunicazione: impediamo loro di riprodursi o di orientarsi. Nella lotta integrata, questo sistema viene spesso utilizzato assieme alla produzione di piante resistenti per aumentarne l’efficacia”.

L’obiettivo è dunque trovare una strada percorribile in agricoltura che riduca l’inquinamento chimico dei pesticidi, spesso non totalmente efficaci e dannosi per il terreno e le colture stesse, e gli organismi geneticamente modificati, Ogm, il cui Dna viene alterato con effetti non prevedibili sulla salute dell’uomo e dell’ambiente.