NAPOLI – Da un lato il capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza Michele Adinolfi, dall’altro il deputato Pdl Marco Milanese. In mezzo i magistrati di Napoli, l’inchiesta sulla P4, l’ombra di Luigi Bisignani e un confronto durissimo che ha rischiato di degenerare quasi fino allo scontro fisico.
La notizia del numero due della guardia Finanza indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto a Luigi Bisignani è trapelata sabato sera. La mattina dopo, però, si arricchisce di nuovi particolari. Scrive il Fatto Quotidiano che, secondo i Pm, il reato contestato, ovvero la fuga di notizie sull’inchiesta si sarebbe consumato a Roma e non a Napoli.
Adinolfi è stato interrogato dal pm Francesco Curcio lo scorso mercoledì. La situazione, però, è diventata tesissima quando Adinolfi è stato messo a confronto con Milanese, che oltre che deputato è anche consigliere politico del ministro Giulio Tremonti.
Bisignani, in realtà, nei verbali non collega direttamente la fuga di notizie a Milanese. La versione di Milanese è però diversa e al momento del confronto diretto si sfiora la rissa.
Scrivono Marco Lillo e Antonio Massari: “Il 22 giugno, alle 15, Adinolfi viene quindi convocato negli uffici della Dia, in piazza Cola di Rienzo. Il generale si presenta con l’avvocato Musco e nega sdegnato. Il pm Curcio, a quel punto, prende una decisione: convoca Milanese e lo mette a confronto con Adinolfi. Due, tra gli uomini più influenti nella GdF, sono l’uno dinanzi all’altro. Oltre la vicenda giudiziaria c’è anche un importante aspetto umano: Milanese e Adinolfi sono espressione di due correnti che, a quanto si dice nella caserma di via XXI aprile, si contendono il posto di Comandante generale. Milanese è considerato uno sponsor del generale Emilio Spaziante. Adinolfi corre in proprio. Il confronto è durissimo: le versioni non concordano”.
Quindi lo scontro. Scrive sempre il Fatto: “Il confronto assume toni drammatici. Milanese conferma la propria versione sulla fuga di notizie: Marra (Pippo Marra, direttore AdnKronos, ndr) era stato inviato a parlare con Bisignani, dopo aver appreso le notizie da un altro ufficiale della Gdf, il comandante della GdF Bardi (anch’egli indagato). E a riferirgli di questo episodio fu proprio Adinolfi. Il capo di Stato maggiore, invece, nega categoricamente”.
Il tuttto, sempre secondo i giornalisti, si sarebbe concluso con Adinolfi che, rosso in viso, urlava: “Devi ritrattare”. Per ora, però, nessuna ritrattazione.