Il pensiero negativo persistente aumenta il rischio di malattie collegate alla demenza

di Caterina Galloni
Pubblicato il 10 Giugno 2020 - 07:42 OLTRE 6 MESI FA
Il pensiero negativo persistente aumenta il rischio di malattie collegate alla demenza

Il pensiero negativo persistente aumenta il rischio di malattie collegate alla demenza (foto Ansa)

ROMA – Il pensiero negativo persistente aumenta il rischio di malattie collegate alla demenza, come l’Alzheimer.

E’ quanto emerge da uno studio dell’University College of London, pubblicato sulla rivista scientifica “Alzheimer’s & Dementia”, a cui hanno partecipato per due anni 350 persone sopra i 55 anni.

“Il pensiero negativo persistente, riteniamo che possa essere un nuovo fattore di rischio per la demenza”, ha dichiarato Natalie Marchant, autore principale dello studio, psichiatra e ricercatore senior del dipartimento di salute mentale dell’University College of London.

Circa un terzo dei partecipanti è anche stato sottoposto a una scansione cerebrale PET (tomografia a emissione di positroni) per misurare i depositi di tau e beta amiloide, due proteine che causano il morbo di Alzheimer, il tipo più comune di demenza.

Le scansioni hanno mostrato che rispetto alle persone positive, chi era pessimista aveva più accumulo di tau e beta amiloide, memoria peggiore e maggiore declino cognitivo.

Pensiero negativo e demenza, lo studio

Lo studio ha anche testato i livelli di ansia e depressione e ha trovato un maggiore declino cognitivo.

Marchant ha spiegato che “la depressione e l’ansia nella mezza età e nella vecchiaia sono già noti per essere fattori di rischio per la demenza“.

“Ora abbiamo scoperto che alcuni modelli di pensiero implicati nella depressione e nell’ansia potrebbero essere una delle ragioni sottostanti per cui le persone con questi disturbi hanno maggiori probabilità di sviluppare la demenza”.

È “importante sottolineare che ciò non significa che pensare negativo per un breve periodo di tempo causerà il morbo di Alzheimer“, ha dichiarato Fiona Carragher, responsabile politico e della ricerca presso la Alzheimer’s Society di Londra.

“Per capire meglio, abbiamo bisogno di ulteriori indagini”.

Gael Chételat dell’Inserm /Université de Caen-Normandie, coautore dello studio, sostiene che “I nostri pensieri possono avere un impatto biologico sulla salute fisica”.

“Le pratiche di allenamento mentale come la meditazione potrebbero essere d’aiuto a sviluppare il pensiero positivo riducendo al contempo il pensiero negativo”.

Prendersi cura della propria salute mentale è importante, e dovrebbe essere una delle principali priorità di salute pubblica”.

“Non è importante solo per la salute e il benessere delle persone nel breve termine, ma potrebbe avere un impatto sull’eventuale rischio di demenza”. (Fonte CNN)