Caso Ruby, slitta ancora la chiusura delle indagini su Fede, Mora e Nicole Minetti

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

Ruby

MILANO – Potrebbe slittare ancora la chiusura dell’inchiesta principale sul caso Ruby. Lo testimoniano le svariate riunioni che ancora martedì 22 febbraio si sono tenute tra il Procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, l’aggiunto Ilda Boccassini, il pm Antonio Sangermano e gli investigatori.

Riunioni che fanno supporre come il lavoro di selezione degli atti da depositare e di ‘limatura’ del capo di imputazione stia procedendo a ritmo serrato, ma che non sia imminente il deposito degli atti. Anche se l’intenzione degli inquirenti è chiudere il prima possibile l’indagine (le previsioni erano a partire da domani ed entro la fine della settimana) nella quale sono indagati il consigliere regionale Nicole Minetti, il direttore del TG4 Emilio Fede, l’imprenditore dei vip Lele Mora, il suo autista e altri due collaboratori – per questi ultimi tre non e’ escluso che venga avanzata una richiesta di archiviazione -, le carte da sistemare sono molte e, pare, ci sono ancora degli accertamenti da concludere prima di tirare definitivamente le somme.

E c’è un altro problema giuridico che i magistrati milanesi stanno affrontando: le ragazze che, come è emerso dall’inchiesta, avrebbero partecipato ai presunti festini a luci rosse ad Arcore in cambio di ‘ricompense’ in denaro o gioielli e altri regali, sono o non sono parti offese? Su questo punto la giurisprudenza è dubbia, in quanto ci sono alcuni precedenti nei quali si sostiene che la prostituta non è parte offesa quando, come in questo caso, è contestato il reato di favoreggiamento e induzione alla prostituzione.

Precedenti che sono all’esame della Procura di Milano proprio per stabilire se e quali e quante ragazze verranno indicate nell’avviso di conclusione indagini come ‘vittime’. Per ora l’unica parte lesa anche in questo filone di inchiesta e’ Ruby, in quanto ha partecipato alle serate quando era ancora minorenne. Non si sa ancora se al suo nome si aggiungera’ quello di Iris Berardi, la modella brasiliana sulla cui presenza a Villa San Martino quando non era ancora diciottenne fino a poco tempo fa erano in corso accertamenti, ed eventualmente quello di altre giovani.

Finora è emerso che Iris, da diciassettenne, è stata una volta a Villa Certosa e un’altra ad Arcore. Insomma, ci sono una serie di punti da rivedere e, quindi, la chiusura dell’indagine, prevista per la fine di questa settimana, potrebbe slittare alla prossima. Intanto anche la difesa del premier, per il quale il prossimo 6 aprile si aprirà un processo separato nel quale è imputato per concussione e prostituzione minorile, sta continuando a studiare le carte per preparare la strategia difensiva: sta ‘spulciando’ pagina dopo pagina le carte depositate per capire nel complesso se sono stati messi a disposizione tutti gli atti d’indagine oppure manca qualcosa ed eventualmente eccepire in aula – oltre al legittimo impedimento e all’eccezione di competenza funzionale e territoriale – una questione di nullità del decreto che dispone il giudizio.

E questo tenendo conto anche di un’intercettazione in cui Ruby dice di essere stata sentita 32 volte. Su tale circostanza comunque c’è cautela da parte dei legali del Presidente del Consiglio e nei corridoi del palazzo di giustizia si dice che ”èfuori dalla realta”’. Intanto oltre ai 22 faldoni concentrati in un cd-rom, nei giorni scorsi i difensori del capo del Governo hanno anche ritirato parecchi cd audio-video, contenenti, tra le altre cose, la registrazione del concorso di bellezza a cui partecipo’ Ruby e anche Emilio Fede come giurato.

Il filmato proverebbe che il direttore del Tg4 era consapevole della minore eta’ della ragazza. Nei dischetti poi anche le interviste televisive rilasciate da Fede, dopo che era scoppiato lo scandalo, che per gli inquirenti metterebbero in luce le contraddizioni contenute in alcune sue dichiarazioni. E poi le registrazioni delle conversazioni tra il pm minorile Annamaria Fiorillo e i funzionari della Questura nella notte tra il 27 ei il 28 maggio scorsi e di altre telefonate, tra cui quella dell’ex amica di Ruby, Caterina Pasquino: fu lei a chiamare la polizia per denunciare un furto, facendo finire la marocchina negli uffici di via Fatebenefratelli.