Sarah Scazzi uccisa in casa Misseri? Non trovate né la corda né le chiavi

Pubblicato il 20 Ottobre 2010 - 18:21 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Scazzi

In casa Misseri sembra che non ci sia traccia di Sarah Scazzi e dell’omicidio. I carabinieri non hanno trovato né le chiavi che la quindicenne di Avetrana teneva sempre con sé e nemmeno la corda con cui è stata strangolata. Se non è il garage e se forse non è nemmeno la casa di zio Michele e di Sabrina, dov’è stata ammazzata Sarah? E se il luogo del delitto è casa Misseri, perché non ci sono segnali?

Se è stato davvero Michele ad uccidere la nipote e Sabrina a tenerla ferma, secondo gli inquirenti la corda dovrebbe essere ancora nella villetta di via Deledda e non sarebbe andata bruciata come ha detto in una delle sue tante versioni Misseri padre o ancora buttata nella spazzatura. E se fosse Sabrina l’assassina e Michele dormiva, comunque gli inquirenti credono che il delitto sia stato compiuto in casa.

Eppure questa volta i carabinieri del Ris non hanno trovato nulla, nonostante un’intera giornata di ricerche in casa. Se Sarah davvero fosse stata uccisa in casa cambierebbe tutto. Lo zio orco potrebbe trasformarsi in vittima delle donne di famiglia.

Com’è andata veramente? Di certo qualcosa non torna, a partire dalla ricostruzioni discordanti di Sabrina e Michele Misseri. Dal 6 ottobre, quando zio Michele iniziò a parlare e fece ritrovare il corpo di Sarah, “il mostro”, come molti lo chiamano, ha cambiato versione ben sei volte. Prima ha detto di aver ucciso Sarah da solo e di aver nascosto il cadavere nel pozzo della contrada Mosca.

Poi ha aggiunto particolari, non ultimo la violenza su Sarah dopo la sua morte. Poi venerdì scorso ha stravolto il racconto e ha coinvolto la figlia Sabrina, che è stata fermata e condotta in carcere. Ora dice di voler parlare ancora, raccontare la “vera” verità e giura di non aver violentato Sarah. E lo farà presto, in incidente probatorio. Solo che dall’altra parte, Sabrina nega tutto. Lo ha fatto davanti al Gip, davanti a familiari e amici, davanti alle telecamere. Peccato che nel suo racconto spuntino più di una contraddizione.

Sabrina sostiene di essersi alzata dal letto alle 14.28 quando ricevette lo squillo di Sarah quel 26 agosto. La madre, invece, sposta il momento indietro. Ovvero quando arrivò un sms di conferma dell’appuntamento per il mare con Mariangela. Sabrina, inoltre, sostiene di aver atteso l’arrivo dell’amica Mariangela in veranda quel 26 agosto. Mariangela racconta, invece, di aver trovato l’amica già in strada. Ricorda anche che Sabrina era già pronta e che era molto agitata. Armeggiava con il telefonino e già diceva:  “L’hanno presa, l’hanno presa”. Sempre Mariangela racconta che quando arrivò a casa Misseri quel 26 agosto vicino al garage in cui Sarah era stata strangolata poco prima, c’erano entrambe le auto della famiglia Misseri. C’erano cioè sia la Opel Astra station wagon sia la Seat Marbella, che per Sabrina invece non c’era.