Sarah Scazzi, Michele Misseri: “Dopo averla uccisa recitai l’Ave Maria”. Ecco l’interrogatorio

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA
michele misseri

Michele Misseri

“Ho fatto qualche Ave Maria e il segno della croce”: con queste parole, tratte dal verbale di Michele Misseri, l’assassino di Sarah Scazzi ha raccontato agli investigatori cosa ha fatto nei momenti che hanno seguito l’omicidio della nipote. L’uomo ha poi aggiunto di averla violentata, quando era già morta, sotto un fico.

Il Corriere della Sera ha pubblicato il “botta e risposta” tra Misseri e i pubblici ministeri durante l’interrogatorio. Ecco domande e risposte.

Pm: «Quando la butta nel pozzo e ricopre il pozzo che cosa fa?»

Misseri: «L’ho ricoperto. Ho messo la pietra che stava originale, sopra, poi quelle piccole in giro…».

Pm: «Per ricordarsi dov’era Sarah che ha fatto?».

Misseri: «Prima ho messo un po’ di paglia sopra, poi un ceppo».

Pm: «Perché?».

Misseri: «Perché mi sono sentito… come devo dire? In colpa, mi volevo… non so nemmeno io cosa volevo fare. Infatti il cellulare di Sarah l’ho tenuto tre giorni in macchina, coperto».

Pm: «Quindi lei ha segnato il posto perché sapeva già che doveva ritornare lì?».

Misseri: «Sì, tre volte sono tornato, tre pomeriggi, verso le tre e mezzo-quattro».

Pm: «E quando è tornato lì che ha fatto?».

Misseri: «Ho detto qualche Ave Maria, qualche cosa… Il segno della croce»

Pm: «Ma il pozzo l’ha aperto?».

Misseri: «Solo una pietra per vedere ma non si vedeva. Ho fatto con una lampadina tascabile ma non si vedeva niente».

Pm: «Lei aveva già deciso dove portare Sarah?, dove lasciare il corpo di Sarah?».

Misseri: «No, mi è venuto così, spontaneo, che mi ricordavo quel pozzo che avevo lavorato».

Pm: «Cioè, nel momento in cui lei mette Sarah dentro la macchina…».

Misseri: «Sì, l’ho portata così… non sapevo».

Pm: «Ma quando le è venuta l’idea di violentarla?».

Misseri: «Quando stavo sotto l’albero di fico perché non sapevo dove metterla. Ho visto l’albero di fico e l’idea mi è venuta nel momento stesso».

Pm: «Per quale motivo dopo averla spogliata e violentata ha deciso di rivestirla per buttarla nel pozzo?».

Misseri: «Non lo so nemmeno io perché. L’ho rivestita completamente, pure le scarpe. Ci aveva l’infradito».

Pm: «Quindi ha preso i vestiti…»

Michele: «Li ho messi nella macchina e sono andato a bruciarli (…), sono andato nei miei terreni, a Mutinato, e ho buttato la batteria».

Pm: «E dopo?».

Misseri: «Sono tornato dai fagioli… da mio cognato».

Pm: «Mentre lei faceva tutto questo il cellulare di Sarah dove stava?».

Misseri: «In cantina».

Pm: «E mentre lei stava uccidendo Sarah il cellulare squillava?».

Misseri: «Sì, tre o quattro volte. Poi è caduto a terra da solo e si è tolta la batteria».

Pm: «Che significa è caduto da solo?».

Misseri: «Ce l’aveva in mano Sarah nel momento che stavo stringendo il collo. Era Sabrina (la figlia di Michele) che la stava chiamando, io non l’avevo vista che stava fuori con Mariangela (l’amica arrivata a casa di Sabrina per andare con lei e Sarah al mare). Poi dopo, quando si è accasciata, Sarah, il cellulare è andato a terra».

Pm: «Senta, quando lei ha attorcigliato la corda a Sarah, ha gridato la ragazza?».

Misseri: «No, niente. All’inizio ha cercato di mettersi le mani al collo».