Sarah Scazzi, Michele Misseri ha trovato il paradiso: “Meglio in carcere, a casa era l’inferno”

Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

AVETRANA (TARANTO) – “Qui si sta meglio che in ospedale o a casa. Io sono rinato, tornato alla vita e a sentirmi persona. Prima non riuscivo a parlare e nemmeno a pensare, adesso mi sento una persona come le altre”. Così Michele Misseri, padre di Sabrina, entrambi in carcere per l’omicidio di Sarah Scazzi, ha raccontato la sua “nuova vita” in cella sulle pagine di Libero.

“Qui – ha detto – mangio come nei grandi alberghi. Prima un giornale potevo leggerlo anche dieci volte e stai sicuro che non ci capivo niente. Proprio niente di niente, te lo giuro. Adesso mi basta una volta per sapere già tutto. La differenza è che ora ci sto con la testa. E pensare che prima di portarmi qui mi ripetevano parole minacciose: ‘vedrai, se finirai in galera, là troverai un inferno’. Ma io qui l’inferno mica ce l’ho trovato sai? Semmai l’inferno era prima”.

A zio Michele la dimensione domestica manca qualche volta, ma nemmeno troppe: “Certo mi manca la famiglia certo volte. A chi non mancherebbe il sangue del tuo sangue? Ma io adesso sto benissimo qui. Perchè qui le persone mi vogliono bene e mi rispettano. A casa lavoravo e solo le mazzate mi prendevo. Adesso è tutto finito, guarda qui le mie mani: lo vedi che non sono più nere di lavoro. Sono belle, pulite, mai state così bianche le mie mani. Alle tre del mattino mi alzavo per andare in campagna, qui invece posso dormire. Riposo, mangio e leggo”.

Misseri ha ricevuto in questi mesi molte lettere di solidarietà: “Mi scrivono ‘tu sei un uomo buono perchè ti sei preso la colpa per tua figlia?’ Ma io che dovevo fare? L’ho sempre detto ai magistrati: sono suo padre e lei è giovane. Vorrei rispondere a queste persone ma non trovo il mittente”.