Sarah Scazzi, dagli esami risposta in settimana sulla violenza sessuale

Pubblicato il 25 Ottobre 2010 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Scazzi

I risultati degli esami per accertare se Sarah Scazzi sia stata violentata una volta uccisa, assieme a quelli relativi alle tracce presenti nell’auto dello zio Michele Misseri, reo confesso dell’omicidio, potrebbero arrivare già entro la fine della settimana. Lo ha detto l’ex comandante del Ris di Parma, il generale Luciano Garofano, che questa mattina ha partecipato nella sede del Ris a Roma agli accertamenti tecnici non ripetibili sui rilievi e sui reperti relativi alla morte della quindicenne di Avetrana.

Garofano, che è consulente della famiglia di Sarah, non ha escluso che tra i reperti che saranno analizzati dal Ris vi possano anche essere resti dell’arma del delitto: una corda stando alla confessione di Michele Misseri che, però, lui ha affermato di aver bruciato. ”C’è una serie di reperti – ha detto Garofano – che possono essere esaminati anche per capire se ci può essere l’arma del delitto”. E ai giornalisti che gli chiedevano se c’era una corda, ha risposto: ”per dovere di riservatezza, non posso e non voglio specificare”.

Il Ris, ha aggiunto il consulente della famiglia Scazzi, ”lavorerà parallelamente sul telefono e sulle tracce biologiche, tra cui anche quelle prelevate alla povera Sarah”. Per avere i risultati ”dobbiamo aspettare i prossimi giorni, perché sono tracce molto difficili” da analizzare; ma ”io credo che per la parte biologica, quindi le tracce relative all’eventuale violenza sessuale, e anche quelle sull’auto” potremo averle ”entro fine settimana”.

Più tempo invece richiederanno gli accertamenti sul telefonino, perché bisognerà rilevare sia le impronte digitali sia eventuali tracce biologiche. E soltanto al termine di questi esami si procederà agli accertamenti informatici, relativi agli sms inviati e ricevuti da Sarah prima di morire. Quel che è certo, ha concluso Garofano, è che alla fine degli esami ”ci saranno risposte obiettive e, quindi, dei tasselli fermi che potranno consentire agli inquirenti di stabilire chi dice la verità e chi no”.