Da Sarah Scazzi a Yara Gambirasio, da Sabrina Misseri a Mohammed Fikri: due pesi e due misure

di Pino Nicotri
Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 08:58 OLTRE 6 MESI FA

Yara Gambirasio

Ho sbagliato. Gravemente. Volevo scrivere subito, in chiave critica, sull’arresto dell’immigrato marocchino Mohammed Fikri accusato di avere ucciso la giovanissima Yara, ma per quanto io dubiti sistematicamente delle verità e versioni ufficiali e per quanto io noti il razzismo crescente non ho immaginato neppure da lontano che l’arresto fosse solo un errore clamoroso. Non pensavo quindi di dover avere fretta nell’interventire sull’argomento prima che crollasse da solo. Ma ho sbagliato, ho fatto male a non avere fretta.

Non intendevo – e non intendo – fare il difensore di Fikri, per il semplice motivo che non conoscevo – e non conosco – quali elementi avessero in mano gli inquirenti, anche se ora pare proprio non abbiano neppure il classico pugno di mosche. Intendevo invece e intendo rilevare alcune cose. Anche ammesso che la traduzione dell’intercettazione telefonica fosse stata esatta anziché sballata (cose che accadono solo in Italia… A che punto siamo arrivati!), il fatto è che a carico di Fikri c’erano elementi molto meno consistenti di quelli che c’erano invece fin da subito a carico di Sabrina Misseri riguardo la scomparsa di sua cugina Sarah dalla parte opposta dell’Italia, cioè ad Avetrana anziché a Brembate Sopra. Però Fikri è stato arrestato senza indugio alcuno, mentre Sabrina è rimasta a lungo libera.

Mi pare che ce ne sia abbastanza per sospettare che ci siano due pesi e due misure anche in faccende così gravi. Due pesi e due misure scelte a quanto pare più dal nostro essere prevenuti contro gli extracomunitari che da legittime diversità nelle strategie delle indagini.

A suo tempo Telelombardia ha mandato in onda un servizio che mostrava il parlamentare leghista Borghezio, che pure non è un fanatico per esempio come l’inqualificabile Prosperini e neppure come Calderoli, gridare “marocchini di merda!” durante un suo comizio elettorale contro gli immigrati extracomunitari. Nonostante la gravità dell’insulto, e l’annessa spinta all’odio razziale, nessun magistrato e nessun giornalista s’è scomodato contro Borghezio: nessuno ha fiatato. Se il grido fosse stato invece di Berlusconi o Fini… Ma non è questo il problema. Il problema è che dovremmo prendere a pedate i mascalzoni e gli untori che a Brembate Sopra si sono precipitati ad affiggere cartelli con scritto “Occhio per occhio, dente per dente” e “Fuori i marocchini!”. E va preso a pernacchie l’europarlamentare Matteo Salvini, ovviamente leghista, che s’è precipitato a dichiarare alla stampa che “tragedie come questa pesano sulla coscienza delle sinistra che ha favorito l’immigrazione”. La vera tragedia è che la Lega ha favorito l’elezione di untorelli come Salvini, cose che dovrebbe pesare sulla coscienza della Lega qualora ne avesse una.

Borghezio ha gridato “marocchini di merda!”. Ma è evidente che l’epiteto fecale meglio avrebbe fatto – e farebbe – a utilizzarlo contro gli aizzatori di professione che infestano il suo partito. E contro elettori leghisti come quelli che corrono ad affiggere cartelli vergognosi.

A Lamezia Terme un automobilista sotto effetto di droga, a quanto afferma la polizia, ha fatto una strage di ciclisti. Fatto gravissimo. Da galera. Ma da galera NON perché il colpevole si chiama Chafik el Ketani e pur essendo cittadino italiano è di origini marocchine (“di merda!”, dunque, secondo il Borghezio pensiero), bensì perché è responsabile di una strage. Personalmente non capisco perché di una persona alla ribalta della cronaca, e della mala cronaca, si debbano indicare “le origini” o l’appartenenza regionale specie se meridionale, il fatto però è che l’Italia ha il record europeo di morti per incidenti d’auto, il record europeo di morti in incidenti col motorino e il record europeo di ciclisti uccisi sull’asfalto da automobilisti “sbadati”. Tre brutti record, conquistati non grazie a immigrati extracomunitari, magari “marocchini di merda!”, ma grazie ad automobilisti italiani, anzi italianissimi. La cui italianità si esprime anche con il menefreghismo in sede giudiziaria: di solito l’automobilista accusato di omicidio colposo neppure si presenta in tribunale, tanto “c’è l’assicurazione che paga”…

Dimenticavo: abbiamo anche il record europeo di morti sul lavoro. Record, questo sì, conquistato anche grazie agli extracomunitari: in veste però non di colpevoli, ma di vittime. Vittime del menefreghismo dei datori di lavoro “italiani brava gente”.