Scoperto Kepler 438b, pianeta quasi gemello della Terra. E ce ne sono altri 7

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Gennaio 2015 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Kepler 438b. Questo è il nome del pianeta quasi gemello della Terra scoperto dalla missione spaziale Kepler della Nasa. Un pianeta orbita intorno ad una stella molto lontana da noi e che potrebbe essere abitabile. E Kepler 438b non è l’unico: ci sono altri 7 pianeti scoperti dalla sonda Nasa che per composizione e caratteristiche ricordano molto la Terra.

Gli altri pianeti simili alla Terra finora scoperti sono Kepler-186f, Kepler-62f, Kepler-62e, Kepler-296e, Kepler-296f, Kepler-442b e Kepler-440b. Nella denominazione scelta dalla Nasa il pianeta viene indicato con il numero della stella, mentre la lettera dell’alfabeto indica che si tratta di pianeti diversi dello stesso sistema solare.

Il pianeta Kepler 438b ha un diametro medio di 12mila chilometri, circa 2mila chilometri in meno del diametro terrestre, e dista dalla sua stella 25 milioni di chilometri, contro i 149,6 milioni di chilometri della distanza Terra-Sole. La stella di Kepler 438b però è meno “calda” del Sole, e la temperatura media sul pianeta extrasolare è di 60 gradi. Inoltre impiega circa 35,2 giorni per compiere una rotazione intorno alla stella, contro i 365 del pianeta Terra.

Giovanni Caprara sul Corriere della Sera scrive:

“Il nuovo corpo celeste nella direzione della costellazione della Lyra, battezzato Kepler-438b, ha taglia e temperature che si avvicinano alle nostre: è appena più grande (più 12 per cento) e il termometro segna quasi 60 gradi centigradi. La stella-madre lontana 475 anni luce a cui ruota intorno in 35,2 giorni, è circa la metà del Sole, quindi molto meno luminosa (40 per cento). Per questo la distanza di appena 25 milioni di chilometri (sei volte meno della Terra dal Sole) lo colloca comunque nella «zona abitabile» dove l’acqua potrebbe scorrere in superficie”.

Il nuovo esopianeta è stato scoperto da Kepler, il satellite lanciato nel 2009 dalla Nasa, da 6 anni dà la caccia ai pianeti abitabili al di fuori del nostro sistema solare, spiega Caprara:

“Da allora, scrutandone ben 150 mila, ha trovato quattromila candidati, mille dei quali accertati. Solo in quest’ultima ricognizione presentata a Seattle i nuovi corpi celesti rilevati sono addirittura otto e tutti nelle zone abitabili. E «438b» è stato definito «il più simile» alla Terra, ancora di più dell’ultimo definito tale (Kepler 186f) rilevato dallo stesso osservatorio spaziale nel marzo dell’anno scorso”.

La caccia ai pianeti extrasolari d’altronde è iniziata 20 anni fa:

“La storia di questa affascinante caccia a un mondo gemello è iniziata nel 1995, quando Michel Mayor, dell’Università di Ginevra, assieme a Didier Queloz, scoprì il primo corpo della nuova famiglia intorno alla stella 51 Pegasi. In questi vent’anni la corsa è stata senza sosta e il numero di corpi celesti è cresciuto rapidamente. Oggi ne sono stati accertati circa 1.800 ma le stime parlano addirittura di undici miliardi di pianeti presenti nella Via Lattea”.

Giampaolo Piotto dell’Università di Padova, membro del Science Team della missione Plato dell’Esa europea, ha spiegato a Caprara:

“«Adesso la loro esistenza è vista come una possibile normale evoluzione del processo di formazione di una stella»”.

Il passo successivo all’individuazione è determinare la “danza” che il pianeta esegue con la sua stella madre , continua Piotto:

“«L’agenzia spaziale Esa ha avviato con Plato la costruzione del satellite più avveniristico per rilevare i pianeti extrasolari misurando le loro caratteristiche chimico-fisiche, comprese quelle delle atmosfere», aggiunge Piotto. Il suo lancio è previsto nel 2024 e sarà dotato di 34 telescopi concepiti dal professor Roberto Regazzoni sempre dell’Università patavina”.

(Credit Photo: Nasa/Kepler)