Shutdown Usa ferma ricerca scientifica: 30 bimbi malati di cancro senza cure
Pubblicato il 4 Ottobre 2013 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
WASHINGTON – La ricerca scientifica rimane paralizzata dallo shutdown negli Stati Uniti. A pagarne le spese anche un gruppo di 30 bambini malati di cancro che avrebbero dovuto essere sottoposti a cure sperimentali potenzialmente salva-vita. La condizione precaria della ricerca viene denunciata dalla geofisica Marcia McNutt, già direttrice dell’Usgs, sulla rivista Science. I sintomi dei disagi per la ricerca americana sono evidenti: il sito della Nasa chiuso, così come rimane congelata anche la banca dati biomedica PubMed.
RICERCA PARALIZZATA – Vista da dentro, la crisi è molto più profonda: i ricercatori sono rimasti ”letteralmente chiusi fuori” dai laboratori. ”Le regole imposte dal governo per lo ‘shutdown’ sono così stringenti – scrive McNutt – che molti scienziati non hanno il permesso di continuare il loro lavoro neanche come volontari non pagati. Non hanno accesso alle loro strutture e ai loro computer. Gli esperimenti sono interrotti, le tempistiche sono saltate, la continuità è distrutta. L’intera comunità scientifica soffrirà se la chiusura si prolungherà ancora”.
Gli effetti di questa impasse si faranno sentire anche fuori dai laboratori. Le agenzie governative a carattere scientifico-tecnologico ”non potranno più tracciare i focolai di influenza – prosegue l’editoriale – così come aggiornare in tempo reale le informazioni sulla quantità e la qualità dell’acqua, affinare le previsioni meteo, sviluppare sistemi di difesa avanzati per la sicurezza e rispondere a tanti altri bisogni immediati”. Per questo Marcia McNutt si augura che la situazione si possa presto risolvere, ma in caso contrario invita i ricercatori a fare un bilancio tenendo conto delle difficoltà economiche, delle opportunità mancate e dei danni subiti in modo da poter chiedere con più forza al Congresso di agire sul budget federale”.
CURE SPERIMENTALI A RISCHIO – Tra le ‘vittime’ dello shutdown del governo americano c’è anche un piccolo gruppo di una trentina di bambini colpiti da tumori e in condizioni gravi: a loro, come ad altri circa 200 adulti anch’essi malati in stadio avanzato, è stato posticipato l’accesso alle sperimentazioni potenzialmente salva-vita dell’Istituto Nazionale della salute Usa (Nih).
il direttore del Nih Francis Collins al Wall Street Journal ha spiegato: “I trattamenti già programmati al Nih per questi pazienti in condizioni molto serie dovranno attendere che le agenzie federali riaprano”. Peter Admason, oncologo pediatrico al Children’s Hospital of Philadelphia, ha dichiarato: “Per questa famiglie già devastate da ansia e paura un’ulteriore attesa è terribile. Quello che non hanno è proprio il tempo, e anche una settimana di ritardo può essere troppo per alcuni”.
I bambini con le situazioni più disperate potranno però essere accettati al Nih in base a eccezioni previste per eventi di emergenza secondo lo stesso dipartimento alla Salute Usa. I malati già all’ospedale del Nih continueranno a essere seguiti. Ma dei 19.000 impiegati, scienziati, medici, dipendenti dell’Istituto ben 14.000 sono in assenza forzata.