Spazio: il mistero dei 4 pianeti giganti attorno alla stessa stella

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 - 01:19 OLTRE 6 MESI FA

Giove, il "gigante" del nostro sistema solare

È un mistero come quattro pianeti giganti, con massa almeno cinque superiore a quella di Giove, riescano ad orbitare attorno a una stessa stella, chiamata HR 8799 e distante 129 anni luce dalla Terra.

Non esiste infatti una teoria capace di spiegare un fenomeno di questo tipo. I primi tre pianeti di questa famiglia di giganti sono stati scoperti due anni fa dal gruppo di Christian Marois, dell’Istituto canadese di Astrofisica Herzberg di Victoria.

Gli stessi ricercatori hanno pubblicato adesso su Nature la scoperta del quarto pianeta, che si trova molto più vicino alla stella rispetto agli altri tre pianeti finora noti. Il nuovo gigante si trova, rispetto alla sua stella, ad una distanza pari a 15 volte quella che esiste fra la Terra e il Sole, mentre il pianeta più esterno si trova a 70 volte la distanza Terra-Sole.

La scoperta, fatta grazie all’Osservatorio Keck, ha messo in crisi gli astronomi perché non soltanto la loro disposizione è strana, ma la stessa origine dei pianeti non trova attualmente una spiegazione.

”Nessuno dei due meccanismi invocati per spiegare la formazione dei pianeti giaganti riesce, da solo, a spiegare le caratteristiche del sistema planetario – scrivono i ricercatori – a meno di non considerare un fenomeno di migrazione dall’orbita”. Il modello principale prevede che i pianeti si formano per accrescimento della polvere intorno a un nucleo, cui poi si aggrega il gas della pesante atmosfera.

Questo modello, secondo il planetologo dell’osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Raffaele Gratton, ”spiega bene l’origine dei pianeti che orbitano a una distanza dalla loro stella pari a quella Saturno-Sole”. Tuttavia, ha aggiunto, ”i tre pianeti esterni sono troppo lontani dalla stella: i granelli di polvere si muovono troppo lentamente per avere il tempo di aggregarsi in un nucleo. A distanze come quelle osservate per il nuovo sistema, il modello non è certamente applicabile”.

L’altro modello, chiamato instabilità del disco, chiama in causa il collasso di una nube di gas e polveri. In questo caso il quarto pianeta è abbastanza vicino alla sua stella perché  il calore che arriva impedisca questo fenomeno. ”Non e’ la prima volta – ha osservato Gratton – che ci troviamo di fronte a questa incongruita’: evidentemente, qualcosa nei nostri modelli va cambiato. Il difficile, ora, è capire che cosa”.