Stati Uniti. Per studiare la gravità, degli scienziati fanno levitare i topi in laboratorio

Pubblicato il 10 Settembre 2009 - 17:31 OLTRE 6 MESI FA

Gli scienziati avevano già utilizzato le rane e le cavallette come cavie da far galleggiare in aria, ma ora è toccato ai topi, animali considerati biologicamente vicini agli esseri umani.

Lo scopo era quello di svolgere delle ricerche che potevano aiutare allo studio della perdita di massa ossea dovuta alla gravità ridotta, problema presente all’interno delle missioni spaziali.

Gli scienziati che lavorano per conto della NASA hanno sviluppato un dispositivo per simulare la variazione di gravità costituito da un magnete superconduttore che genera un campo abbastanza potente da far levitare l’acqua con all’interno animali vivi, che rimangono per tutta la durata dell’esperimento in una posizione confortevole.

Uno dei topi che hanno levitato nell’aria, è un topo giovane nato da appena tre settimane e che pesa 10 grammi: la bestia durante l’esperimento è apparsa agitata e disorientata, come se stesse cercando di aggrapparsi a qualcosa. «Il topo scalciava e muoveva le zampe quando ha cominciato a girare. Poi, senza attrito, ha iniziato a girare più veloce, e ciò lo ha reso ancora più disorientato» ha commentato il ricercatore Yuanming Liu, fisico che lavora presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California. Gli scienziati avevano deciso di sedare leggermente il topo dopo la levitazione, dato che l’animale sembrava rimanere impaurito.

Durante l’esperimento, i topi venivano tenuti all’interno di una gabbia di plastica progettata per l’occasione dal fisico Da-Ming Zhu che lavora  per l’Università di Kansas City. La parte superiore della gabbia, è rimasta aperta per far entrare l’aria, il cibo, l’acqua e una telecamera utile alla video sorveglianza; il suo fondo invece conteneva dei piccoli fori per consentire la rimozione dei rifiuti. Le prove di levitazione sono state ripetute più volte ed hanno mostrato che i topi, anche quando non venivano sedati, rapidamente si abituavano a stare dentro la gabbia. Dopo tre o quattro ore, i topi tornavano ad avere una vita normale, come il mangiare e il bere.

Nel breve periodo, i campi magnetici forti non sembrano avere alcun impatto negativo sui topi; Spiega Liu: «Stiamo cercando di vedere che tipo di impatto fisiologico ci sarà dopo una microgravità prolungata e anche il tipo di contromisure da adottare in futuro dagli astronauti. Se siamo in grado di contribuire al miglioramento dell’esplorazione umana dello spazio, ciò sarebbe molto emozionante».

Liu, Zhu e i suoi colleghi hanno raccontato i risultati alla rivista “Advances in Space Research”: ora sono alla ricerca di nuovi finanziamenti per mandare avanti gli esperimenti.