“Stop the Cyborg”: Google Glass , la privacy impossibile

di Francesco Montorsi
Pubblicato il 19 Aprile 2013 - 07:30| Aggiornato il 24 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – «Stop the Cyborg», attenti ai Google Glass: un gruppo di privati cittadini a Londra, ha iniziato una campagna di sensibilizzazione sui rischi legati alla prossima generazione di strumenti tecnologici di realtà aumentata. L’operazione si concentra su un oggetto non ancora in commercio ma la cui uscita, molto attesa, è prevista per 2014.

Gli occhiali Google – occhiali leggeri dotati di un computer controllato vocalmente, una telecamera, un mini-schermo – rischiano di contribuire a creare un mondo dove non sarà più possibile arginare le incursioni nella privacy altrui. La possibilità di registrare in qualsiasi momento, senza che le persone filmate possano accorgersene, attira une parte delle critiche di «Stop the Cyborg». «E’ importante per la società e la democrazia che la gente possa parlare e vivere senza temere che quello che fa e dice possa diventare pubblico e fare l’oggetto di un perseguimento giudiziario» – si legge in un manifesto su Internet.

L’azione di «Stop the Cyborg» si situa in un periodo in cui, soprattutto in America, il dibattito sulle conseguenze del nuovo strumento è già avviato, sui social network, sui media tradizionali ma anche in alcune sedi legislative. Il West Virginia starebbe preparando una legge per vietare gli occhiali durante la guida e altri stati americani stanno riflettendo sui limiti da imporre a loro utilizzo.

Il gruppo che ha lanciato la campagna rivendica di non desiderare una proibizione totale degli occhiali, ma piuttosto che vengano elaborati e definiti limiti e proibizioni. Jack, uno dei portaparola del gruppo ha spiegato alla BBC: «Vogliamo che la gente decida attivamente i limiti fisici e sociali riguardanti l’utilizzo delle tecnologie e che non accetti come une fatalità la direzione in cui la tecnologia si dirige. Non siamo anti-tecnologia. Vogliamo solo che la gente comprenda che la tecnologia è una potente forza culturale che modella le nostre società e che anche noi possiamo modellare».

Nello stesso periodo, Google ha intensificato la sua campagna mediatica, specialmente su Twitter, per risvegliare la curiosità del pubblico intorno agli occhiali futuristici. Agli utenti del social network, la compagnia americana ha chiesto cosa farebbero se avessero a disposizione il nuovo strumento. Nel contempo, il manifesto di «Stop the Cyborg» è stato scaricato, secondo la testimonianza di Jack, migliaia di volte.