Twitter vs autostima = Calimero

di Francesca Quaratino
Pubblicato il 5 Aprile 2012 - 19:53| Aggiornato il 25 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA

Un po’ lo sospettavamo ma ieri ne abbiamo avuto conferma: Twitter uccide l’autostima. Ce ne siamo resi conto nel corso di una lezione “aperta” al pubblico, che aveva avuto una visibilità quasi solo via web. Sala gremita e persone di tutte le età. Un solo denominatore comune: Twitter mette in difficoltà. Non è un caso che in Italia, su 2,5 milioni di account, meno della metà sia effettivamente “attivo”. E con “attivo” si intende un account che accede almeno una volta al mese. Ieri abbiamo capito cosa non va in Twitter: ci aspettiamo reciprocità e la reciprocità non c’è quasi mai.

Twitter è osservazione, nei casi migliori ascolto. Ma l’interazione langue.

Il punto è che la colpa non è del povero uccellino azzurro. La colpa, se di colpa vogliamo parlare, è nostra, che arriviamo su Twitter con la carica di aspettative generata dall’interazione su Facebook. Perchè, diciamolo, su Twitter si arriva generalmente dopo essere passati da Facebook e più spesso ancora nel pieno dell’attività su Facebook. E passare da un mondo dove tutti ti vedono e tutti quasi sempre ti rispondono a uno dove si è dei “Signori Nessuno” (o calimero, visto che si parla di pennuti), non è piacevole. Ci si sente spaesati e fuori luogo, soprattutto se attorno a noi le persone dicono entusiaste “DEVI andare su Twitter”.

Bisogna farsene una ragione. E poi bisogna darsi tempo, saper aspettare, saper scegliere chi seguiamo, dosare le interazioni e attendere che, tra un RT e un Follow Friday, qualcuno si degni di seguirci. Ma soprattutto, bisogna saper accettare l’idea che i network sono veloci nell’interazione ma lenti nella costruzione di relazioni.

Hanno un tempo “doppio” al quale, come esseri umani, non siamo abituati a dare ascolto e valore perché vivere a due velocità non è facile. Quanto senso abbia superare le resistenze insite nella nostra specie, non è dato saperlo.

Ma una cosa è certa: tra dieci anni ci guarderemo indietro e sorrideremo sulle nostre ansie da Twitter come oggi sorridiamo dei primi cellulari che ci rendevano reperibili ovunque, talvolta con immenso sgomento.

@fraq