BERGAMO -Un mazzo di fiori sul banco vuoto e ancora tanti messaggi d’affetto. Così i compagni di Yara Gambirasio hanno voluto ricordare la tredicenne di Brembate Sopra (Bergamo) uccisa e abbandonata in un campo a pochi chilometri da casa.
Ad accogliere alunni e genitori all’entrata della scuola media delle Orsoline, sotto una pioggerella autunnale, c’era la preside, suor Carla Lavelli: ”Ci troviamo a gestire un lutto – ha detto – ad imparare ad affrontare la morte, la nostra e quella di Yara. Dobbiamo convincerci che fa parte della nostra vita”.
E sull’aggressore o sugli aggressori di Yara, la suora ha detto: ”Chi ha commesso un atto del genere dovrebbe ritrovare la propria umanità, che in questo momento vuol dire legalmente costituirsi e riconoscere il proprio errore. Parlare di perdono adesso vuol dire banalizzarlo”.
”Il perdono – ha proseguito la preside – bisogna costruirselo dentro”. Riprendendo poi le parole di ieri mattina del parroco di Brembate Sopra che durante la messa ha parlato della presenza di un orco nella comunità, suor Carla ha aggiunto: ”Io parlerei piuttosto della banalità del male. Il male è in mezzo a noi e dentro di noi. Non basta colpevolizzare qualcuno bisogna lavorare perche’questo male che e’ dentro di noi non sfoci in atti di questo genere”.