Aborto, ogni anno quelli illegali sono 20 milioni. E 80mila donne muoiono sotto i ferri

Pubblicato il 28 Aprile 2011 - 18:53 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le statistiche parlano chiaro. E sono allarmanti: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, le gravidanze che ogni anno cominciano nel mondo sono circa 200 milioni, la metà delle quali non pianificata, mentre gli aborti clandestini sono annualmente 20 milioni e 80mila le donne che perdono la vita per interventi di interruzione di gravidanza eseguiti in condizioni inadeguate.

A fronte di questi dati, i ginecologi Carlo Flamigni e Anna Pompili lanciano un ‘allarme prevenzione’, e lo fanno con il libro ‘Contraccezione – tutto sulla pillola e gli altri metodi’ presentato oggi a Roma.

Il volume (L’Asino d’oro edizioni, in collaborazione con Aied) è un manuale sulla contraccezione a 360 gradi: in modo semplice, si spiega tutto quello che c’è da sapere sulla pillola, che ha appena compiuto 50 anni, ma anche sulla spirale, sul diaframma, sul preservativo, sui metodi naturali e quelli d’emergenza.

Riflettori puntati su come si usano i vari metodi, le controindicazioni, i costi. Questo libro, spiegano gli autori, ”è uno strumento a disposizione delle donne e di tutti coloro che vogliono farsi un’idea chiara sulla contraccezione e che pensano sia meglio prevenire che abortire”. Infatti, sottolineano, ”una società più moderna e consapevole non può non essere interessata ad una efficace politica contraccettiva”.

Eppure, a 50 anni dalla commercializzazione della prima pillola, rilevano i due esperti, ”l’informazione sui metodi contraccettivi continua ad essere scarsa ed a volte contraddittoria, e troppo spesso influenzata dagli interessi commerciali e dalle posizioni etiche di chi dovrebbe informare”.

Il punto, sottolineano i due ginecologi, è che il controllo della fertilità ”molto prima di essere un problema tecnico, è un problema culturale. Siamo convinti perciò – concludono – che la corretta informazione e la conoscenza siano la premessa irrinunciabile per essere liberi”.