Acqua all’arsenico: 100 mila rubinetti senza potabile. Come ridimensionare il rischio

Pubblicato il 25 Novembre 2010 - 12:58 OLTRE 6 MESI FA

In Italia c’è l’arsenico nell’acqua? Per il ministro della Salute Ferruccio Fazio, i rubinetti da bloccare nel nostro Paese riguardano ”100.000 abitanti a cui sarà precluso l’uso dell’acqua potabile”, mentre per altre 900.000 persone ”si potrebbe chiedere la deroga”.

Dopo lo sforamento della concentrazione di arsenico sulla base dei limiti imposti dalla direttiva Ue sulle acque destinate al consumo umano (soglia di 10 micorgrammi per litro, e deroghe fino a 20 microgrammi).

In base alle ”comunicazioni pervenute dalle Regioni” la deroga la si potrebbe chiedere per ”circa 900.000 abitanti”. In pratica il rischio è ridimensionato per la popolazione. Roberto Passino, presidente della Commissione di vigilanza sulle risorse idriche spiega anche i sistemi per rendere l’acqua che beviamo sempre più sicura. Riferendosi all’arsenico dice che “ci sono aree in cui questa sostanza è presente in natura. Poi ci sono cause legate a episodi di inquinamento: può essere un’industria metallurgica o uno scarico abusivo di rifiuti tossici. In tutti e due i casi si può intervenire con efficacia trovando forme di approvvigionamento alternativo, magari sfruttando l’acqua piovana o utilizzando sistemi di depurazione”.

Secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd,  ”la politica dei rinvii non porta da nessuna parte”, anche perché ”le deroghe dovevano servire a risolvere definitivamente il problema” invece di diventare ”l’ennesima toppa per tirare a campare”. Per Legambiente si tratta del ”solito pasticcio all’italiana”, anche se non servono gli ”allarmismi”.

Adesso, l’associazione chiede ai comuni di ”informare la popolazione e mettere a norma gli acquedotti”. Sempre Legambiente ricorda che sono 128 i comuni (su 157) che avevano fatto richiesta di deroga senza ottenerla, e che a febbraio 2010 la richiesta di rinnovo inviata dall’Italia ha riguardato 6 Regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria) mentre nel 2003 erano 10.