I troppi moventi del caso Musy

di @AleDattilo
Pubblicato il 30 Marzo 2012 - 12:45| Aggiornato il 25 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA

Alberto Musy

Nella vicenda dell’agguato al consigliere torinese Alberto Musy (ancora in pericolo di vita) i socialnetwork hanno svolto una funzione critica nei confronti dei giornalisti, costretti a scrivere in tempo reale senza tracce concrete di moventi e rivendicazioni.

La stampa on line – battuta in velocità da Twitter – si è interrogata per ore sulle matrici politiche (Musy è pro-Tav e ha lavorato con Elsa Fornero), per poi scivolare su ipotesi più realistiche (attriti relativi alla sua professione di avvocato).

La Rete ha protestato contro la pubblicazione delle foto di Musy intubato, contro l’assedio delle telecamere alla moglie, contro le strumentalizzazioni evocative degli Anni di Piombo. E i giornalisti sentono di avere un occhio in più che giudica la loro eticità.

@AleDattilo