Alzheimer: una scoperta storica per scansionare, monitorare e presto anche curare il morbo

Pubblicato il 24 Giugno 2010 - 14:09 OLTRE 6 MESI FA

Il dottor Daniel Skovronsky potrebbe aver trovato la soluzione per superare uno dei maggiori ostacoli nella diagnosi dell’Alzheimer. Un colorante abbinato alla scansione del cranio potranno mostrare il segno distintivo del cervello quando ha contratto il morbo.

I risultati, che saranno presentati in un incontro internazionale dell’Associazione Alzheimer a Honolulu il prossimo 11 luglio, devono ancora essere confermati ed approvati dalla Food and Drug Administration. Con la procedura presentata dal dottor Skovronsky per la prima volta i medici potranno disporre di un modo affidabile per diagnosticare la presenza di Alzheimer in pazienti con problemi di memoria.

Per i ricercatori sarebbe anche un nuovo metodo per capire se i farmaci siano realmente in gradi di rallentare o arrestare la malattia. Un passo che “cambierà in maniera drammatica il pensiero di tutti sull’Alzheimer “, ha detto il Dott. Michael Weiner della University of California, San Francisco, che non fa parte dello studio ma che dirige un progetto federale che studia i metodi di diagnosi dell’Alzheimer.

Eppure questo risultato dimostra quanto sia in realtà difficile guarire e comprendere in pieno questa malattia e perché i progressi verso la prevenzione o la cura siano stati così lenti.

Quando il morbo di Alzheimer è stato scoperto nel 1906, c’era solo un modo per sapere con certezza se una persona era affetta o meno: esaminare il cervello dopo la morte.

Non esiste ancora un trattamento per fermare o rallentare la progressione del morbo ma ogni grande compagnia farmaceutica ha nuovi farmaci sperimentali. Anche ai migliori centri medici possono sbagliare: al venti per cento delle persone con demenza, perdita di memoria e delle funzioni intellettuali, è stato diagnosticato l’Alzheimer anche se in realtà non ne erano affetti. Non c’era la placca quando i loro cervelli sono stati sottoposti alla biopsia. Le scansioni cerebrali hanno dimostrato che lo studio della placca può in realtà contribuire a rispondere ad alcune domande fondamentali. Si tratta di Alzheimer oppure no? La malattia si può fermare o rallenta da sola? La placca è la causa della morte delle cellule cerebrali?

Il Dottor Skovronsky e il suo team hanno sviluppato quindi un colorante che potrebbe entrare nel cervello e scansionare la placca. Hanno etichettato la tintura con un tracciante radioattivo comunemente utilizzato per vedere direttamente le placche nel cervello di una persona vivente. Ma la tecnologia e la stessa tinta sono così nuovi che dovranno essere rigorosamente testati.

“Questo è un grande giorno per noi”, ha spiegato il medico. “Ho pensato a quello che vorrei dire, ma lo ho completamente dimenticato”.  I suoi dipendenti lo hanno applaudito poi erano champagne in bicchieri di plastica per tutti, per festeggiare quella che potrebbe quindi essere la soluzione definitiva per una malattia che è sempre stata avvolta da misteri e limiti scientifici che ne hanno condizionato lo studio e la cura.