Archeologia, trovati bisturi e crani in Turchia: chirurgia al cervello nell’età del Bronzo

Pubblicato il 1 Settembre 2010 - 16:10| Aggiornato il 3 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Nonostante gli strumenti e le conoscenze fossero alquanto limitate, i nostri antenati si sono cimentati con bisturi e chirurgia già moltissimo tempo fa.

A confermarlo è il ritrovamento di bisturi in ossidiana e alcuni numerosi teschi con segni e cicatrici, rinvenuti in un insediamento sul Mar Nero in Turchia, chiamato Ikiztepe, che testimoniano che gli uomini iniziarono a curare e praticare la chirurgia sul cervello già all’inizio dell’Età del Bronzo, circa 4mila anni fa, come riporta oggi il ‘New Scientist’.

”Abbiamo trovato – spiega Onder Bilgi, direttore degli scavi – due lame taglienti di ossidiana, una pietra vulcanica, lunghi 4 cm e molto, molto taglienti. Potrebbero tagliare ancora oggi”. A far pensare ad un impiego ‘chirurgico’ è stato il ritrovamento di circa 700 crani nel cimitero, quattordici dei quali con i segni dei tagli di queste lame.

Per la precisione il bisturi di ossidiana è stato usato per fare un’apertura rettangolare lungo tutto il cranio. Il tutto con buoni risultati. ”Sappiamo infatti – continua – che i pazienti hanno vissuto almeno altri 2-3 anni dopo l’intervento, perché le ossa del teschio hanno provato a chiudere la ferita”.

Secondo gli archeologi i bisturi sono stati impiegati per ridurre la pressione di un’emorraggia cerebrale, per curare pazienti con tumore al cervello e ferite alla testa. E gli abitanti di Ikiztepe devono aver sviluppato l’arte del bisturi in modo molto professionale secondo gli esperti.

”E’ stato trovato un cranio del Neolitico nell’Anatolia centrale – conclude Bilgi – con un foro praticato dentro. Ma i chirurghi di Ikiztepe praticavano delle aperture rettangolari, una tecnica sicuramente molto più sofisticata”.