Otto anni d’inferno in autostrada: tutte da rifare le gallerie italiane

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 25 Marzo 2011 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA –La promessa, anzi la minaccia è di otto anni di purgatorio, anzi di inferno di traffico in autostrada: sono tutte da rifare entro il 2019 le seicento e passa gallerie italiane. Fino ad oggi la palma d’oro dell’autostrada a scorrimento più lento d’Italia se l’aggiudica da sempre a man bassa la famigerata Salerno-Reggio Calabria. Presto però questo non certo ambito primato potrebbe essere insediato da molte altre tratte autostradali italiane, prime fra tutte quelle liguri. Sì, perché buona parte delle gallerie del nostro paese diventeranno irregolari nel 2019, e lo diventeranno sulla base di una direttiva europea datata 2004 e recepita da un decreto legislativo del 2006, una legge dello Stato quindi.

La materia è quella della sicurezza, dal 30 aprile 2019 le gallerie infatti dovranno rispondere a più severi criteri in merito. Illuminazione, ventilazione, segnaletica, sistemi di comunicazione, resistenza al fuoco degli impianti, piazzole di sosta, accesso ai servizi di pronto intervento, impianti di sorveglianza per tunnel anteriori al 2006 e di lunghezza superiore ai 500 metri, queste le voci che dovrebbero essere aggiornate e implementate secondo i nuovi parametri stabiliti in seguito alla tragedia del Monte Bianco.

E se l’Italia vanta il 64% del totale delle gallerie dell’intera rete autostradale europea (526 solo nei percorsi di Autostrade per l’Italia), di cui il 17% in Liguria, non è difficile immaginare cosa accadrà quando si metterà mano a questa titanica impresa di ammodernamento. Duecentonovantadue chilometri, più o meno la stessa distanza che c’è tra Torino e Bologna, tanti sono i chilometri di gallerie sulle nostre autostrade.

A lanciare l’allarme è l’assessore alle infrastrutture della regione Liguria Raffaella Paita, reduce da un incontro a Roma con il direttore generale del dicastero guidato da Altero Matteoli. “Un primo test – solo per la Liguria – con l’avvio dei lavori nelle scorse settimane nella galleria Gorleri, tra Imperia Est e San Bartolomeo, sull’Autofiori, domenica ha creato 6 chilometri di coda, fin dal primo pomeriggio, in direzione di Savona e Genova, in un tratto di solito scorrevole anche in alta stagione. Se pensiamo – continua l’assessore – che tutto questo è avvenuto per la chiusura di una galleria lunga poco più di un chilometro, a Imperia, in direzione Francia, con il conseguente doppio senso di circolazione nella carreggiata opposta, immaginiamo che cosa potrebbe accadere prossimamente con l’inizio di altri lavori”.

Se poi aggiungiamo alla non certo felice previsione dell’assessore ligure tutto il traffico commerciale che in Italia viaggia su gomma il quadro che ne viene fuori sfiora l’apocalittico. Otto anni per oltre 600 gallerie e più di 300 chilometri da ammodernare e adeguare, il rischio è che le code estive sulla Salerno Reggio Calabria diventino un bel ricordo.

“Penso che si debba intervenire subito presso la Commissione Europea – tuona l’assessore che sarà presto a Bruxelles – per evitare che presto, insieme alla Liguria, si blocchi tutto il sud Europa. Chiediamo finanziamenti aggiuntivi, con una quota destinata alla realizzazione di una viabilità alternativa, e una dilatazione dei tempi”. Più soldi e più tempo, questa la ricetta per evitare il collasso della rete autostradale italiana ma, visto che questi nuovi standard sono stati varati nel 2006, perché solo oggi, 5 anni dopo, si scopre che bisogna metter mano alle gallerie per renderle più sicure? Forse perché si pensa, si pensa e non si dice, di “governare” il problema all’italiana: la data ultima è il 2019, nel 2018 chiederemo una proroga, una moratoria, un’indulgenza, un condono?