Autovelox, antivelox e alcol test fai da te: codice della strada o giungla delle regole

Pubblicato il 14 Novembre 2010 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA

Autovelox ed etilometri. Per alcuni sono strumenti preziosi e indispensabili, baluardo della sicurezza dei cittadini sulle strade. Per altri invece, sono solo fastidi, strumenti di un controllo ‘soffocante’ e, nel caso degli autovelox, macchine fatte ad hoc per mangiare soldi al malcapitato automobilista.

Metterli assieme è forse una forzatura, eppure due notizie, solo in apparenza lontane, spingono ad una riflessione. Succede che da qualche giorno, infatti, davanti a pub, locali e ristoranti è obbligatorio il kit per la misurazione dell’alcol test fai da te. Ovviamente non si può obbligare nessuno ad “auto-palloncinarsi”, per quello esiste la polizia stradale.  Però i kit sono, o meglio dovrebbero essere sul posto come monito, per suggerire a chi ha bevuto qualche bicchiere in più di non mettersi alla guida.

Quasi contemporaneamente, all’aeroporto romano di Ciampino atterrano e vengono sequestrati dei kit anti-autovelox. Nella migliore tradizione dei luoghi comuni sono destinati al mercato di Napoli, la stessa città dove, quando divennero obbligatorie le cinture di sicurezza, ci fu chi pensò bene di dipingere una striscia diagonale nera su maglietta bianca pur di non doverle allacciare.

Uno pensa ad una straordinaria diavoleria tecnologica cinese; invece gli antivelox sono di una semplicità disarmante: si tratta di tendine azionate da un telecomando che coprono le targhe quando si sfreccia davanti ai rilevatori di velocità. Non solo semplici, gli antivelox sono anche multifunzione: coprire le targhe torna ‘utile’ anche quando si entra senza permesso in un varco Ztl o una zona Ecopass.

Peccato che siano semplici quanto illegali e chi li monta, spiegano dalla polizia, rischia più di chi li vende: fermo del veicolo, multe salate e, in qualche caso, persino sanzioni penali.

Eppure, c’è da scommetterci, c’è chi un pensierino a montarli lo stesso lo farà di sicuro. Non si tratta di difendere l’indifendibile: chi si mette alla guida ubriaco o sfreccia a 200 km orari in un centro abitato è un criminale e va sanzionato. La questione riguarda, piuttosto la sicurezza e la capacità di certe misure restrittive di funzionare come deterrente.

Partiamo dagli autovelox: in Italia ce ne sono migliaia. Molti sistemati in luoghi strategici. Non per garantire la sicurezza delle persone ma per salvaguardare le casse, in rosso cronico, di tanti comuni. Il caso più recente è quello dei sette autovelox in un chilometro di statale piazzati nel in provincia di Vicenza. Difficile pensare che sia semplicemente un problema di sicurezza. In Germania, dove in quanto a limiti di velocità sono un po’ più tolleranti che da noi, un giudice si è messo di traverso è ha deciso di dare sistematicamente ragione agli automobilisti fotografati e multati. Lo ha già fatto 40 volte. Perché? La sua risposta è semplice: gli autovelox sono una macchina per mangiare soldi che poco o nulla ha a che fare con la sicurezza dei tedeschi. In Italia un magistrato così vincerebbe le elezioni politiche a mani basse.

Più delicato il discorso degli etilometri. Chi guida ubriaco uccide ed è indifendibile. Solo che non tutto torna: fino a qualche anno fa, la soglia di alcol consentita era di 0.8 grammi per litro. Poi è stato abbassato a 0.5, mentre per i neo-patentati vige la tolleranza zero. C’è anche chi parla di soglia a 0.2, che, di fatto, significa zero. Già con 0.5, infatti, se non si è di corporatura media, si è fuori dai limiti con un bicchiere di vino.

E’ proprio la soglia “mobile” a destare qualche dubbio, se non altro perché ricorda quanto accade con alcuni valori del sangue dal punto di vista medico. Se, per esempio, si abbassa il livello massimo di colesterolo ritenuto normale aumenta il numero di persone che, da un giorno all’altro, hanno bisogno di farmaci per tenerlo sotto controllo. Si sono “ammalati” dal giorno alla notte? No. E’ cambiato il parametro. Il fatto che, fino ad un giorno si è sobri avendo bevuto un bicchiere di vino, e il giorno dopo, per lo stesso bicchiere si diventa un pericolo per la comunità non può non destare qualche dubbio. Dubbio non dissipabile da un semplice test fai da te all’uscita da un ristorante.

Autovelox e etilometri, poi, vengono imposti da una classe dirigente che gira in auto blu. E, nella percezione degli italiani, questo significa il  potersi permettere il sistematico aggiramento delle regole che, di conseguenza, finiscono per essere percepite come soprusi piuttosto che come provvedimenti di tutela per la salute pubblica. Se poi le multe arrivano anche ai potenti, c’è sempre il modo di farle cancellare. Ne sa qualcosa l’ex sindaco di Monreale (Palermo): condannato proprio per aver fatto sparire multe a moglie e autista. Si è ‘sporcato le mani’ per 1300 euro ed era sindaco. E’ quasi ‘normale’ che un semplice cittadino provi a farla franca per molto meno. Almeno in Italia.