I batteri ‘amano’ lo spazio: è ‘luogo’ ideale per vivere quanto il corpo umano

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 23 Marzo 2011 - 09:36| Aggiornato il 1 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Lo spazio promette di diventare un laboratorio senza precedenti per capire come avvengono le infezioni e scoprire il punto debole di molti batteri. Lo ha dimostrato l’esperimento condotto sulla Stazione Spaziale dall’università dell’Arizona e pubblicato adesso sulla rivista Applied and Environmental Microbiology.

”Abbiamo scoperto che l’ambiente che i microrganismi incontrano nel volo spaziale è molto simile alle condizioni che incontrano normalmente nell’organismo umano quando avvengono infezioni, particolarmente nel sistema respiratorio, in quello gastrointestinale e nel tratto urogenitale”, ha detto il responsabile della ricerca, Cheryl Nickerson, del Centro per le malattie infettive e la vaccinologia dell’università dell’Arizona a Tempe.

I ricercatori hanno studiato il batterio Pseudomonas aeruginosa, lo stesso che nella missione Apollo 13, del 1970, aveva colpito l’astronauta Fred Haise. ”Per la prima volta siamo in grado di osservare due diverse specie di batteri, la Salmonella e lo Pseudomonas, che hanno in comune lo stesso meccanismo di regolazione con il quale i microrganismi si adattano all’ambiente spaziale”, ha osservato Nickerson.

I due tipi di batteri sono stati mandati nello spazio nel 2006, insieme a un fungo altrettanto comune nell’uomo, la Candida albicans. Sulla Stazione Spaziale i microrganismi sono stati fatti crescere in contenitori appositi per diversi giorni e il gruppo di Nickerson è stato il primo a studiarne il corredo genetico e l’espressione delle proteine. Hanno avuto così un quadro del modo in cui i batteri reagiscono a livello molecolare all’assenza di gravità.