Bologna: scontri tra collettivi e polizia, provvedimenti restrittivi per 7 ragazzi

Pubblicato il 21 Settembre 2010 - 17:33 OLTRE 6 MESI FA

Arresti domiciliari per uno, obbligo di firma per gli altri sei. Sono questi i provvedimenti eseguiti dalla Digos di Bologna nei confronti di sette giovani aderenti a collettivi e centri sociali cittadini (Crash e Tpo), protagonisti la mattina del 28 settembre 2009 degli scontri con la polizia mentre, a poca distanza, era in corso un convegno sullo sport con il ministro dell’interno Roberto Maroni.

Al lancio di fumogeni, uova e palloncini con vernice rossa contro i poliziotti, seguì una carica e una serie di manganellate. Feriti alla fine quattro agenti del reparto Mobile. Il più grave riportò ustioni su torace, collo e parte sinistra del viso con una prognosi di 36 giorni.

I sette indagati hanno un’età compresa tra 22 e 34 anni, abitano a Bologna e due di loro hanno precedenti specifici. Erano in un corteo non autorizzato partito da piazza Verdi, nella zona universitaria, con circa 400 manifestanti tra cui studenti dell’Onda. Obiettivo (annunciato nei giorni precedenti via web e con volantini), contestare il ministro per le misure del ‘pacchetto sicurezza’, dalla politica dei respingimenti dei migranti fino all’introduzione della tessera del tifoso.

Gli scontri scoppiarono verso mezzogiorno all’angolo tra via Santo Stefano e via Cartolerie. Qui un cordone di agenti in tenuta antisommossa bloccava l’accesso in via dè Chiari, dove si trova l’aula absidale dell’Università, sede del convegno. I sette sono indagati in concorso per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate, porto ingiustificato di armi, manifestazione senza preavviso. Quattro di loro anche per travisamento.

I provvedimenti sono stati chiesti dal pm Luca Tampieri e disposti dal gip Andrea Scarpa. Grazie a filmati pubblicati su siti ‘antagonisti’ e foto apparse sui quotidiani locali, la polizia ha rintracciato i sette e ricostruito le loro azioni. In particolare, quella di Stefano Cantoni, venticinquenne incensurato di Desenzano sul Garda (Brescia) e residente a Bologna dove sconterà i domiciliari. Fu lui, secondo gli inquirenti, a lanciare un fumogeno che finì contro lo scudo impugnato da un agente rimasto poi ustionato.

”Effettuava il lancio ad altezza d’uomo – si legge nel provvedimento del gip riferendosi a Cantoni – lateralmente rispetto al cordone di polizia impegnato a contrastare il fronte del corteo, con conseguente possibilità di ottenere un danno più rilevante”. Per Cantoni, quindi – sempre secondo il giudice – il pericolo di recidiva è ”concretamente sussistente” e, proprio per evitare che partecipi ad altre manifestazioni simili, si e’ optato per i domiciliari. Gli altri dovranno presentarsi tutte le mattine in commissariato.