Brescia: i 4 immigrati sono scesi dalla gru

Pubblicato il 15 Novembre 2010 - 20:56| Aggiornato il 16 Novembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

La gru della protesta a Brescia

I 4 immigrati che per 17 giorni hanno occupato una gru a Brescia sono scesi stasera tra gli applausi del presidio, a un centinaio di metri di distanza. Pioveva a dirotto, quando a pochi secondi di distanza tra il primo e l’ultimo, hanno appoggiato i piedi sul basamento in cemento Sajad, Rachid, Arun e Jimi. Erano saliti alle 15,30 di sabato 30 ottobre durante una manifestazione non autorizzata intenzionati a chiedere ”giustizia per essere stati truffati”.

I quattro immigrati rientrano tra i circa 1.700 residenti nel bresciano che non hanno visto accolta, o ancora esaminata, fino a questo momento la richiesta d’emersione dal sommerso presentata nel 2009. Non hanno ottenuto il permesso, ma forse proprio oggi da alcuni docenti universitari bresciani e’ giunto, il vero successo di questa battaglia: l’appiglio legale, sotto forma di un parere giuridico per dare forza alle loro richieste.

La protesta ha sin dai primi giorni fatto capire chiaramente che sarebbe stata molto dura, da ogni punto di vista. Innanzitutto, metereologico, dal momento che si trovavano a 35 metri d’altezza, con pioggia, vento, freddo. Hanno dormito sotto un telo che solo parzialmente li ha protetti dalla pioggia. Per la maggior parte del tempo sono rimasti in sei, poi nei giorni scorsi hanno lasciato il braccio meccanico Singh e Papa, un indiano e un senegalese. Gli altri quattro hanno deciso di scendere solo poche ore fa. In questi giorni via San Faustino, dove si trova il cantiere della metropolitana in cui e’ collocata la gru, ha visto di tutto. Docenti universitari che hanno tenuto, a titolo personale, lezioni per strada, concerti improvvisati, balli, dirette televisive, ma anche scontri e cariche.

Sono stati ben tre i momenti in cui si sono verificati incidenti nella via: sabato 30 ottobre, lunedi’ 8 Novembre e sabato 13 Novembre. i piu’ recenti sono quelli che hanno visto la via devastata da mezz’ora di guerriglia urbana, con lanci di sassi e bombe carta contro le forze dell’ordine. ” Quello che e’ successo sabato – ha detto oggi il Questore di Brescia Vincenzo Montemagno, mostrando i sassi lanciati due giorni fa – e’ stato preordinato. Si vede dai filmati”. Ma quella di oggi e’ stata soprattutto la giornata della lunga trattativa finale. Domenica sera agli immigrati era stata fatta pervenire la proposta elaborata da Diocesi di Brescia, Cisl e Cgil: assistenza legale, trattamento umanitario, un tavolo istituzionale, questi i punti principali. Oggi dalla gru sono arrivate pero’ anche altre richieste.

Prima e’ stato chiesto che non venissero espatriati gli immigrati clandestini portati in Questura, durante lo sgombero del presidio, l’8 novembre scorso. Nel pomeriggio si e’ appreso che erano decollati da Malpensa. Poi, e’ stato chiesta una moratoria per la totalita’ delle posizioni rigettate o al vaglio nell’emersione dal sommerso dal 2009. Ma il Prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace ha risposto: ”Un prefetto non puo’ violare la legge”. Erano circa le 18 quando i legali degli immigrati sono tornati dalla Prefettura e la protesta si e’ preparata all’atto finale. Sono arrivati cellulari di polizia e carabinieri, vigili del fuoco per mettere in sicurezza la gru. ”Sembra Gaza”, commentava commossa una ragazza del presidio, commossa per cio’ che stava per accadere. Una decina di minuti prima delle 21 gli immigrati sono scesi. ” Lotta dura…lotta dura”, si era sentito per l’ultima volta pochi istanti prima. Poi al presidio e’ stata distribuita una trippa calda, l’ultima delle cene sotto la gru della protesta.

Due settimane a 30 metri d’altezza. Per oltre due settimane sono rimasti appollaiati ad una trentina di metri d’altezza, sulla sommita’ di una gru del cantiere della metro in via San Faustino a Brescia, invocando il permesso di soggiorno dopo aver chiesto la ”sanatoria” nel 2009. Dall’alto, esposti al vento e al gelo, hanno visto le manifestazioni in loro solidarieta’ che sono spesso sfociate in scontri con le forze dell’ordine, hanno ricevuto appelli e inviato messaggi, tra cui uno in video al Presidente della Repubblica. Stasera sono scesi. Queste, in sintesi, le tappe principali della protesta:

* 30 ottobre – Dopo una manifestazione a sostegno degli immigrati, con lo slogan, ”permesso per tutti”, una decina di stranieri salgono sulla gru dove hanno issato uno striscione con la scritta ‘Sanatoria’.

* 1 novembre – Dopo un giorno e una notte di vento e pioggia sulla gru restano in sei, ma dicono ”non moleremo”. Al presidio che si e’ formato ai piedi della gru altri stranieri chiedono la sanatoria. Cibo e abiti vengono issati con una carrucola manovrata da un vigile del fuoco.

* 3 novembre – ”Se salgono per venirci a prendere, ci buttiamo”, annunciano gli ”asserragliati” e ribadiscono il loro no alla proposta di spostare altrove la protesta ed il presidio

* 5 novembre – La forma di protesta ”contagia” altre realta’: a Milano sette immigrati salgono sulla Torre ex ”Carlo Erba” Come i loro colleghi di Brescia espongono lo striscione ”Sanatoria per tutti”.

* 6 novembre – Sono migliaia i partecipanti al corteo di solidarieta’ che sfila per la citta’.

* 7 novembre – Dalla gru gli immigrati inviano un videomessaggio al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: ”Lei e’ anche il nostro presidente”.

* 8 novembre – Carabinieri e polizia all’alba sgomberano il presidio nei pressi del cantiere dal quale svetta la gru. I partecipanti al presidio, alcuni dei quali vengono arrestati, denunciano i metodi violenti delle forze dell’ordine. Per strada si susseguono cariche e scontri. Uno degli immigrati sulla gru si mostra con un cappio al collo.

* 9 novembre – Gli immigrati sulla gru impediscono, come avevano fatto in precedenza, ai vigili del fuoco di sistemare una rete protettiva: gridano ”via, via” e lanciano dall’alto batterie elettriche.

* 10 novembre – Uno dei sei immigrati scende dalla gru. E’ un indiano. In segno di solidariereta’ si svolge per strada, sotto la gru, una lezione universitaria di diritto costituzionale.

* 12 novembre – Un secondo immigrato scende dalla gru. E’ un senegalese. A trenta metri di altezza restano in quattro.

* 13 novembre – Incidenti si svolgono tra forze dell’ordine e manifestanti che solidarizzano con gli ”asserragliati”. Pietre e bombe carta vengono lanciate da un gruppo di 70-80 persone che viene ritenuto responsabile dei tafferugli. Alcuni carabinieri restano feriti.

* 14 novembre – Dalla gru vengono lanciati pezzi di cemento staccati dal contrappeso e bottiglie di plastica contenenti urina. Gli immigrati non mangiano da due giorni.

* 15 novembre – I ”quattro della gru” scendono a terra mentre su Brescia cade una pioggia torrenziale, accolti dagli slogan dei sostenitori del presidio.