Bruino (Torino). L’ex amante del marito: “Marina Patriti? L’ho uccisa con un cocktail di farmaci”

Pubblicato il 10 Novembre 2010 - 21:33 OLTRE 6 MESI FA

”L’ho uccisa io facendole bere un cocktail di farmaci e ho fatto tutto da sola”. E’ la versione – secondo quanto trapelato da uno degli ultimi interrogatori – fornita da Maria Teresa Crivellari, sul delitto di Marina Patriti, la casalinga di Bruino (Torino) scomparsa lo scorso 18 febbraio e trovata cadavere domenica sera sepolto sotto una lastra di cemento a Sant’Ambrogio di Torino, nella casa dell’assassina. Stando alla sua confessione, la sequenza di questo film dell’orrore vede lei e i due complici Andrea Chiappetta e Calogero Pasqualino, rapire Marina Patriti subito dopo che ha accompagnato la sua bimba all’asilo, narcotizzarla in auto e trascinarla nel garage di casa Crivellari.

A questo punto i due complici escono di scena e resta solo lei, l’ex amante diabolica, invaghita fino alla follia del marito della povera Marina Patriti. Secondo indiscrezioni, la Crivellari, ha raccontato la sua verità sulle modalità  dell’omicidio nell’interrogatorio davanti al gip di Pinerolo, Marco Battiglia, che poi ne ha secretato gli atti. ”Ho somministrato il cocktail di farmaci a Marina Patriti – ha detto Maria Teresa Crivellari – all’interno del garage dove la tenevo segregata”.

La donna ha poi precisato di non avere costretto la sua vittima a bere la miscela letale, ma di avere aspettato che le venisse sete per somministrarle i farmaci disciolti in un bicchiere d’acqua. Riguardo a questa versione gli inquirenti sono propensi a credere che Chiappetta e Pasqualino c’entrino con il sequestro, ma non con il delitto.

I due si sarebbero fermati al momento in cui la Patriti e’ stata rinchiusa nel garage. Hanno dubbi, invece, che il figlio della Crivellari, Alessandro, non sia coinvolto, anzi credono non soltanto che sia il carceriere, ma che possa aver avuto un ruolo attivo nell’assassinio. La confessione della madre potrebbe essere soltanto un modo per scagionare il giovane, come all’inizio aveva fatto Michele Misseri con la figlia Sabrina nel delitto di Sarah Scazzi. Secondo l’accusa, Alessandro Marella potrebbe aver soffocato o comunque ultimato il delitto di Marina Patriti utilizzando il sacchetto di plastica che è stato trovato sulla testa del cadavere. La mamma stamattina ha implorato dal carcere di lasciarlo libero, ma lui resta detenuto.

Il gip oggi non ha confermato il fermo recependo alcune eccezioni tecniche presentate dalla difesa, ma contestualmente la procura di Pinerolo ha emesso nei suoi confronti un nuovo ordine di custodia cautelare per le stesse accuse rivolte alla madre. Una conferma alla confessione della Crivellari potra’ venire agli esami tossicologici e istologici decisi dopo che oggi l’autopsia sul corpo della Patriti non ha chiarito affatto le cause del decesso. ”Lo stato del cadavere ci permette di escludere soltanto gravi ferite o traumi”, ha spiegato l’anatomopatologo Lorenzo Varetto. I risultati dei nuovi esami si sapranno soltanto fra tre settimane.