Fermato in provincia di Padova per un sorpasso esibisce la patente della Repubblica Veneta

Pubblicato il 8 Marzo 2011 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA

PADOVA – Se un uomo fermato dalla polizia in provincia di Padova esibisce in tutta tranquillità una patente rilasciata da una sedicente Repubblica Veneta, o siamo alle comiche finali o da quelle parti la febbre autonomista ha superato i 40 gradi e urgono antibiotici adeguati. La spinta secessionista andrà aggiunta alle patologie socio-comportamentali?

E’ un normale lunedì a Campodarsego quando Gabriele De Pieri supera un’auto in modo non regolamentare. De Pieri si è fermato all’altezza della trattoria Quaglia, a San Giorgio delle Pertiche. Patente e libretto. “Ho mostrato il libretto e, in anteprima, la nuova patente veneta. Me l’hanno contestata: non è valida. Questo lo dice lei, ho replicato, a casa mia, nel Veneto, è validissima. Ho tentato di spiegare a quei signori che non sono italiano, che loro non hanno sovranità sul territorio veneto. Ma loro niente, non è valida, ci segua in caserma. Ero solo e non avevo testimoni. E visto ciò che è successo a Cucchi, ho detto: gente, non vi seguo, ho bisogno di tutela, sono presidente dello Stato di Padova. E ho chiamato il presidente dello Stato di Treviso, Daniele Quaglia, e anche la Finanza che mi mandasse una pattuglia”. I Carabinieri di Campodarsego che gli contestano la multa non riconoscono la carta di circolazione veneta anziché italiana, con tanto di timbri dell’Onu, ottenuta nella sua qualità di presidente dello ”Stato di Padova della Repubblica veneta”. Portano quindi Gabriele De Pieri, 43 anni, in caserma, per contestargli una serie di verbali di multa, oltre a una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.

”Ho esibito la nuova patente veneta – racconta l’uomo – non valida, dicono. Ma io ribatto che a casa nostra è validissima e che qui loro non hanno sovranita”’. De Pieri è talmente convinto della sua tesi da aver fatto verbalizzare ai Carabinieri di dichiararsi ”cittadino del popolo veneto e titolare di sovranita’ originaria” e in quanto tale non asservito ”all’autorita’ dello Stato italiano”. I verbali di multa sono stati scritti, ovviamente, in italiano, lingua che il venetista dichiara di non saper leggere e per questo di aver richiesto una traduzione in veneto. Anche per questo De Pieri annuncia di volersi rivolgere alla Corte Europea dei diritti umani.