Cellulare ideale, quanto deve essere grande? Scopritelo con tre test

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Settembre 2014 - 06:21| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Cellulare ideale, quanto deve essere grande? Scopritelo con tre test

Michael Douglas nel ruolo di Gordon Gekko in “Wall Street” (1987)

ROMA – Il cellulare ideale, o meglio lo smartphone ideale? È una questione di misura, e il migliore è “su misura”, così come succede per i vestiti. Al momento dell’acquisto, oltre a controllare funzioni, velocità, capacità di ricezione e definizione della fotocamera, dovrete provarlo come si fa con un guanto. Perché il vostro cellulare starà quasi sempre in due posti: le vostre tasche o la vostra mano. E per capire qual è la misura giusta per voi basteranno tre semplici test.

Le dimensioni dello strumento che fino a qualche anno fa serviva solo per telefonare e mandare messaggi, stanno cambiando dopo che l’avvento dell’iPhone di Apple e dei suoi rivali Samsung Galaxy, Nokia Lumia, Sony Xperia e Lg G2 hanno rivoluzionato e reso più “intelligente” anzi “furbo” (è la traduzione di smart) il nostro cellulare.

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Gli smartphone stanno diventando sempre più grandi, tanto da aver creato un “mostro” ibrido, il phablet, mezzo smartphone e mezzo tablet, che fino a qualche anno fa sarebbe apparso come un oggetto ridicolo mentre ora risponde alle esigenze di un preciso target di clienti, una fetta sempre più grande del mercato della telefonia mobile. Si sta tornando alle origini, al mega cellulare che Gordon Gekko usa in Wall Street. Il film è del 1987 e quella sorta di walkie talkie ci fa più ridere dei capelli di Michael Douglas.

Ma lo smartphone ideale non deve essere troppo grande: la maneggevolezza è uno dei tre fattori decisivi per l’acquisto di un cellulare che sia a misura di mano, la vostra mano.

Le tre qualità fondamentali sono maneggevolezza, usabilità e “indossabilità”. Sono a volte in contrasto fra loro: un cellulare più piccolo è più maneggevole, ma avendo i tasti e lo schermo più piccoli sarà più difficile da usare. Un cellulare più grande ci permette di leggere meglio e di essere più veloci nella digitazione, ma non entra nelle tasche dei pantaloni, è più difficile da impugnare e da usare con un solo dito.

Una ricerca del 2011 ha dimostrato come le persone che leggono un contratto su uno smartphone con uno schermo da 3,5 pollici (8,9 centimetri: è la misura della diagonale fra due angoli opposti dello schermo) capiscono la metà di quello che leggono, confrontati con quelli che leggono lo stesso contratto sullo schermo di un desktop. Leggere è una delle attività fondamentali sullo smartphone, insieme a fare acquisti e giocare: il tempo in cui il “furbofonino” viene usato per telefonare è sempre di meno.

Un altro fattore dovrebbe spingere verso smartphone sempre più grandi è che abbiamo polpastrelli spesso più grossi dei tasti virtuali che appaiono sugli schermi touch. Ogni millimetro in più può essere decisivo e non c’era bisogno dello studio dell’Università dell’Illinois per arrivare alla conclusione che più grandi sono i tasti virtuali, più veloci siamo a digitare sullo smartphone. Passare da uno con uno schermo di 4 pollici (10,16 cm – ad esempio l’iPhone 5 e 5S) ad uno di 4,7 pollici (11,94 cm – ad esempio il Moto X della Motorola o l’iPhone 6) significa digitare su tasti di 5 millimetri invece che di 4 mm: ben il 25% in più.

Quindi la soluzione sembrerebbe semplice: comprare smartphone più grandi. E invece no, perché conta anche quanto facilmente riusciamo ad impugnarlo e quanta parte dello schermo copriamo con il nostro pollice, il dito più sollecitato nell’era dei touch screen.

Per capire quale cellulare fa per noi bisogna calcolare la lunghezza del pollice della mano con cui scriviamo, misurandola dalla base del dito. La lunghezza media di un pollice è i 6 e gli 8 centimetri. Un’altra cosa da calcolare è l’ampiezza della nostra impugnatura, misurando, sulla mano aperta dalla parte del palmo, i centimetri che separano la base del pollice dalla metà del dito indice, nel punto in cui la prima falange si congiunge con la seconda. Una distanza che in media misura fra i 5 e i 7 centimetri. Perché l’indice? Gli esperti di ergonomica spiegano che l’indice è il dito con cui riusciamo ad avere una presa più stabile.

La lunghezza del pollice vi servirà per capire quanta parte dello schermo di uno smartphone riuscite a raggiungere muovendo quel dito. E poter così procedere con il test numero 1: consiste nel tenere fermo il cellulare con le restanti quattro dita e muovere il pollice “a tergicristallo” sullo schermo. Per capirci, con un pollice (nella media) di 7 centimetri riuscirete a raggiungere quasi il 100% dello schermo di un iPhone 5 o 5S (4 pollici, 10,16 cm), poco più della metà di un Samsung Galaxy S4 (5 pollici, 12,7 cm), poco più di un terzo di un Nokia Lumia 1520 (6 pollici, 15,24 cm).

A seconda della grandezza del cellulare, cambia la stabilità della vostra presa. È il momento del test numero 2: prendete il cellulare in mano e provate a chiudere il più possibile l’impugnatura e l’ampiezza della vostra presa è nella media, vale a dire 7 cm, riuscirete a impugnare completamente (cioè finendo con il pollice sopra le altre dita) uno smartphone con uno schermo da 4 pollici come l’iPhone 5. Se vi trovate per le mani uno Samsung Galaxy S4, vale a dire uno con uno schermo da 5 pollici, non riuscirete (di poco) a chiudere la presa. Con un Nokia Lumia 1520, cioè uno dotato di schermo da 6 pollici, avrete il pollice distante un paio di centimetri dalle altre quattro dita: non sarà una presa saldissima.

Il terzo e ultimo test è l’indossabilità del cellulare: oltre che nelle vostre mani, lo smartphone che state per comprare passerà molto tempo nelle vostre tasche. Quindi l’ultima prova da fare, avvertendo il commesso in modo da non passare per cleptomani, è infilare l’oggetto nelle tasche degli abiti che indossate. Qui entrerà in gioco anche lo spessore: un cellulare troppo spesso potrebbe mettere a dura prova i vostri jeans stretti.