La classifica dei cervelli italiani: la ricerca migliore è pubblica

Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 19:48 OLTRE 6 MESI FA

In Italia la ricerca migliore è quella pubblica e in particolare universitaria. Lo segnala la prima classifica dei centri di ricerca che ospitano i migliori ‘cervelli’. Tra i primi 10 sette sono atenei pubblici: l’Alma Mater di Bologna apre la graduatoria, seguita dal Cnr e dalla Statale di Milano. I primi due istituti privati sono in ottava e decima posizione: l’Ospedale San Raffaele e l’Istituto nazionale dei tumori, entrambi milanesi.

A precederli, università di Padova, 4/a, Roma La Sapienza, 5/a, Statale di Torino, 6/a, l’Istituto nazionale di astrofisica, 7/o, mentre l’universita’ di Firenze è nona. La classifica è basata sul numero di scoperte di rilievo dei migliori scienziati e ricercatori. A contarle, i loro colleghi, anch’essi italiani, che pero’ lavorano all’estero, riuniti nell’associazione Virtual italian academy (Via-academy), nata a Manchester. Via-academy ha prima classificato i migliori cervelli attivi in Italia tenendo conto della quantità e della rilevanza accademica delle loro scoperte. Poi ha suddivisi per posto di lavoro, ricavando una classifica delle strutture.

Il valore delle ricerche di ciascuno studioso e’ misurato col cosiddetto indice h: se uno scienziato a h-index 32, ad esempio, significa che ha fatto 32 scoperte citate ciascuna almeno 32 volte, in scoperte di altri suoi colleghi. L’indice h privilegia in particolare i ricercatori che ottengono molti risultati di rilievo, a scapito di chi ne produce tanti ma di scarso interesse, o di chi fa il colpo isolato. Per la graduatoria, sono stati considerati solo gli studiosi con un indice h di almeno 30. Poi sono stati raggruppati per centri di ricerca, e per ognuno di questi si sono sommati gli indici h dei relativi ricercatori. Piu’ alta la somma, piu’ alta la posizione in classifica. Via-academy si è soffermata sui primi 50. Sono per lo piu’ università statali, ma comprendono anche 11 universita’ e istituti privati.

L’ateneo di Pisa è 11/o, seguito dall’Istituto Mario Negri e dagli atenei di Ferrara, Napoli e Genova. La Normale di Pisa è 22/a, la Bocconi 39/a, il Politecnico di Milano 47/o. Il limite principale della classifica, nota l’universita’ di Bologna che ha diffuso la notizia, è forse il fatto che la valutazione non e’ necessariamente esaustiva. Gli studiosi considerati sono infatti solo quelli rintracciati dai loro colleghi. E’ però plausibile che col tempo, e la notorieta’, la classifica (aggiornata in tempo reale) vada via via completandosi con un numero crescente di partecipanti. Altro limite di cui tener conto è che l’indice h funziona principalmente come paragone tra ricercatori del medesimo campo disciplinare, e che privilegia chi ha una lunga carriera alle spalle rispetto ai giovani, per quanto brillanti. L’indice varia infatti sensibilmente tra ambiti diversi (e’ piuttosto alto ad esempio in campo biomedico) e privilegia, ovviamente, chi ha una lunga carriera alle spalle rispetto ai giovani per quanto brillanti. E dall’uso di questi dati bibliometrici escono di solito svantaggiati i ricercatori che non pubblicano in inglese.