Cervello, scoperto perché abbiamo paura: verso nuove terapie per traumi e autismo

La maggior parte delle minacce del mondo esterno possono essere percepite in maniera multisensoriale.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Agosto 2022 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA
Cervello, scoperto perché abbiamo paura: verso nuove terapie per traumi e autismo

Cervello, scoperto perché abbiamo paura: verso nuove terapie per traumi e autismo FOTO ANSA

Individuata nel cervello la centralina d’allarme che accende la paura: i suoi circuiti sono attivati da una molecola chiamata Cgrp. Operano integrando segnali sensoriali differenti, come immagini, sapori, suoni e odori interpretati come minacciosi. Lo dimostrano gli esperimenti su modelli animali condotti al Salk Institute, negli Usa. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Cell Reports, potrebbero aprire la strada a nuove terapie per trattare i disturbi legati alla paura. Come nel caso della sindrome post-traumatica da stress, oppure i disturbi dovuti a ipersensibilità come autismo, emicrania e fibromialgia.

Il cervello e la paura

La maggior parte delle minacce del mondo esterno possono essere percepite in maniera multisensoriale. In caso di incendio, per esempio, si vedono le fiamme, si sente il calore e l’odore di bruciato. Studi precedenti avevano dimostrato che questi segnali giungono in diverse aree del cervello mediante percorsi differenti e indipendenti fra loro. Un unico circuito capace di integrarli sarebbe stato sicuramente utile alla sopravvivenza, ma finora nessuno lo aveva trovato.

Lo studio

I ricercatori del Salk Institute ci sono riusciti misurando nei topi l’attività di singoli neuroni che si trovano in regioni del talamo e del tronco cerebrale. Dove abbonda una molecola legata all’avversione, il cosiddetto peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp). Usando proteine fluorescenti, hanno ricostruito i percorsi che portano gli stimoli sensoriali negativi fino all’amigdala: sono due circuiti distinti, entrambi necessari per formare ricordi che tengano lontani dai pericoli.

“Anche negli esseri umani le stesse regioni del cervello esprimono abbondanti quantità di Cgrp – afferma il coordinatore dello studio Sung Han – Ciò suggerisce che i circuiti potrebbero essere coinvolti in disturbi psichiatrici legati alla percezione delle minacce”. I ricercatori intendono verificare se questi percorsi neuronali abbiano un ruolo nelle malattie che implicano anomalie nell’elaborazione di stimoli multisensoriali, come nel caso dell’emicrania, della sindrome post-traumatica da stress e nei disturbi dello spettro autistico.