Coronavirus, seconda ondata colpa del freddo: tesi dell’epidemiologo Martin Blachier

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2020 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, seconda ondata colpa del freddo: tesi dell'epidemiologo Martin Blachier

Meteo, da martedì calano le temperature: arriva l’aria artica (Foto archivio Ansa)

A causare la seconda ondata di coronavirus è stato anche il calo delle temperature? Il freddo che ruolo ha giocato nel nuovo boom di contagi?

La seconda ondata di coronavirus comincia i primi giorni di ottobre. È da quel momento che la curva dei contagi ha avuto un’impennata in tutta Europa che ha portato presto la maggior parte dei Paesi ad affrontare una nuova emergenza sanitaria.

Ne è convinto l’epidemiologo Martin Blachier, fondatore di Public Health Expertise, che ipotizza l’arrivo del freddo come possibile causa dell’intensificarsi dei contagi: “Il virus è improvvisamente esploso, non capiamo come sia potuto succedere – dice in un’intervista a Repubblica – La nostra ipotesi è che l’arrivo del freddo sia un fattore decisivo nell’impennata dei contagi”.

“A partire dal 4 ottobre – spiega – notiamo un balzo del virus anche nelle zone dove la curva stava scendendo grazie alle restrizioni. I contagi si moltiplicano per 5 rispetto a due settimane prima. Osserviamo lo stesso fenomeno negli altri Paesi Ue”.

Il  brusco calo delle temperature

Blachier sostiene che questa inversione di tendenza sia avvenuta di pari passo con il calo delle temperature. “La curva epidemica sale in modo contrario e simmetrico rispetto a quella dell’abbassamento delle temperature – continua – Tra il 29 settembre e il primo ottobre c’è stata una forte perturbazione, con pioggia e freddo, e dopo pochi giorni abbiamo visto l’impennata dei contagi”.

Così il suo team ha tratto una conclusione che l’epidemiologo presenta come certa: “C’è stato un dibattito scientifico sul fatto che fosse o meno un virus stagionale, ora non ci sono più dubbi. Avevamo già avuto segnali che il virus fosse più forte negli ambienti freddi. Ricordiamoci il caso dei mattatoi. In autunno la vita sociale si trasferisce in ambienti chiusi. Inoltre, il sistema immunitario si indebolisce. Ci aspetta un inverno durissimo. Oggi senza un lockdown totale avremmo una curva che continua a salire fino a febbraio, con più morti della prima ondata, anche se la mortalità è diminuita”. (Fonte La Repubblica).