“Chi diffonde il numero di cellulare avuto in chat commette reato”

Pubblicato il 12 Giugno 2011 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Hai avuto il numero di cellulare da un amico in chat? Bene, se a tua volta lo diffondi in una “chat aperta”, ossia in una conversazione con altre persone, stai commettendo un reato. In sostanza la violazione riguarda la legge sulla privacy e il rischio è la reclusione fino a  4 mesi.

Lo chiarisce la Cassazione nella sentenza della terza sezione penale 21839 del 17 febbraio scorso, depositata il 1° giugno. La sentenza spiega che la difesa della privacy non riguarda solo soggetti istituzionali, ma comuni cittadini, chiunque ottenga dati sensibili in una semplice conversazione telematica, come ne capitano a milioni su Skype o Facebook.

La violazione riguarda l’articolo 4 del Codice della privacy: persona fisica, persona giuridica, Pubblica amministrazione  e qualsiasi altro ente cui competono, anche unitamente ad altro titolare, le decisioni in ordine alle finalità, alle modalità del trattamento di dati personali e agli strumenti utilizzati.

Spiega il Sole 24 Ore: “Imputato nella vicenda, dunque, un uomo che aveva fatto circolare in chat il cellulare di un terzo. In primo grado il tribunale di Milano lo ha ritenuto colpevole di trattamento illecito dei dati personali e condannato alla pena, condizionalmente sospesa, di quattro mesi di reclusione. La Corte d’appello ha confermato la sentenza. Il ricorso in Cassazione, è stato dichiarato il ricorso infondato. In primo luogo, ragionano i giudici, non si può sostenere, come ha fatto la difesa, che l’articolo 167 della legge 196 abbia un raggio d’azione limitato e, quindi, non si possa applicare al privato cittadino che sia venuto in possesso, in maniera occasionale, di un dato sensibile e ne dia indebita diffusione. Basta infatti una lettura della norma, e in particolare dell’incipit “chiunque”, per escludere un’interpretazione restrittiva riferita ai destinatari”.