Se la pesti, trova il Dna della cacca di cane: farai pagare 1500 euro di multa al padrone. Ma solo a Capri

Pubblicato il 8 Aprile 2011 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

CAPRI – Ci sono accidenti nella vita degli uomini a cui nemmeno la scienza e il progresso civile sono riusciti a porre rimedio. Lo schizzo di sugo sulla camicia bianca, il telefono che squilla appena entri in doccia, la cacca di cane sotto la scarpa pulita. Ma l’ultimo di questi tre esempi, la cacca di cane sotto la scarpa, sembra destinato a sparire, a diventare uno spiacevole ricordo, almeno a Capri.

La legge, in questo caso sì con l’aiuto della scienza, sarà la soluzione. Da giugno in poi nell’isola campana il malcapitato che troverà sotto la sua scarpa il classico “ricordino” potrà e dovrà rivolgersi ai vigili urbani. Sì, proprio alla polizia municipale che sorveglierà e verbalizzerà che il campione del “corpo del reato” sia prelevato e depositato in un contenitore integro. Poi di corsa verso un laboratorio d’analisi per estrarre il Dna e in questo modo si potrà risalire al proprietario del cane e sanzionarlo.

«Allo stato attuale è l’unica soluzione all’inciviltà diffusa tra molti di padroni di cani» dice Roberto Russo, giovane imprenditore e assessore all’Igiene ambientale. Padrone di quattro cani razza boston terrier, sa che significa armeggiare con paletta e sacchetto. «Amo gli animali e voglio chiarire – spiega – che questo provvedimento non criminalizza i cani, ma cerca di “responsabilizzare” i padroni». Anche perché spesso sono gli anziani le «vittime» più frequenti. «Di sera – continua l’assessore – in più di un’occasione, persone anziane sono scivolate sugli escrementi canini riportando anche diverse fratture».

Iniziativa più che meritevole, a chi non è capitato di pestare la cacca di cane? E tutti, guardando di traverso l’amico di turno che pronuncia la classica frase “dai che porta fortuna…”, abbiamo pensato “quanto vorrei trovare il padrone del cane…”. Certo, l’idea che dopo aver pestato il “corpo del reato” lo sfortunato padrone della scarpa si pianti in mezzo alla strada, facendo attenzione che nessuno contamini la “prova”, in attesa dei vigili che insieme all’operatore ecologico che effettuerà materialmente il prelievo arrivino per incastrare il maleducato proprietario, rischia di trasformarsi in delle scenette tragicomiche per le stradine di Capri. Ma la legge è inflessibile e le multe sono salate: fino a 1.500 euro che possono lievitare anche oltre 2000 euro se al «colpevole» vengono contestate altre mancanze (mancanza di iscrizione all’anagrafe canina, assenza del guinzaglio, mancanza della paletta per raccogliere gli escrementi e così via).

A Capri solo il 40 per cento dei mille cani circa presenti sull’isola è iscritto – cosa che sarebbe prevista per legge – all’anagrafe canina. «Abbiamo provato a sensibilizzare i padroni indisciplinati anche con campagne pubblicitarie, ma i risultati sono stati scarsi – dice ancora Russo – e, visto che non possiamo pretendere che i vigili seguano i padroni e i loro cani, abbiamo cercato di migliorare una normativa già esistente». Cioè quella che prevede appunto l’iscrizione all’anagrafe canina e che impone un prelievo ematico, visto che in Campania è obbligatorio sottoporre l’animale a un controllo annuale per prevenire la leishmaniosi. «Utilizzando così una tantum, – prosegue – due gocce di sangue del cane, prelevato per i controlli previsti dalla legge, potremmo estrarre il Dna e completare la mappatura genetica di tutti i cani appartenenti a residenti capresi». L’assessore spiega poi che schierare i Ris e fare indagini degne di una serie tv americana per scoprire a chi appartiene la data cacca lasciata su un marciapiede, è persino conveniente da un punto di vista economico. «Rispetto agli altri comuni – spiega – noi effettuiamo le operazioni di pulizia delle strade del centro almeno venti volte al giorno. Spesso, a causa degli escrementi canini, dobbiamo inviare operatori ecologici anche fuori orario».

Sarà bene però, vista la gran quantità di turisti stranieri che frequenta Capri, spiegare anche a loro che se vedranno dei vigili intenti a raccogliere campioni di escrementi lasciati al sole, non si tratta di una strana usanza isolana, ma di una giusta battaglia di civiltà. Ma i cani non la fanno solo a Capri e in tre quarti d’Italia il padrone con paletta e sacchetto è una rarità. Se la pesti raccogline un pezzo, chiama un vigile e portala al laboratorio così trovi il Dna e fai pagare 1.500 euro a quello a due zampe che “smerda” la città, ecco questa sequenza è destinata a rimanere solo un sogno. Provate a farlo a Roma, Napoli e anche Milano, provate a raccoglierla e a chiamare il vigile, chiameranno la neuro, per voi.