Elon Musk choc: “Nei primi viaggi su Marte qualcuno probabilmente morirà”

di Daniela Lauria
Pubblicato il 26 Aprile 2021 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA
Elon Musk choc: "Nei primi viaggi su Marte qualcuno probabilmente morirà"

Elon Musk choc: “Nei primi viaggi su Marte qualcuno probabilmente morirà”

“Nei primi viaggi su Marte, qualcuno probabilmente morirà”. Parola di Elon Musk, che con la sua azienda aerospaziale SpaceX è senza dubbio tra i pionieri più influenti nella corsa alla conquista del pianeta rosso.

In una intervista con Peter Diamandis, co-fondatore dell’ente no profit X Prize Foundation, Musk ha annunciato l’invio di un milione di persone su Marte entro il 2050. Ma ad un prezzo altissimo. 

Secondo l’imprenditore visionario, chi affronterà il viaggio sarà consapevole dei rischi, e quindi “potrebbe non tonare indietro ma avrà vissuto una esperienza eccezionale”. 

Parole fin troppo schiette che hanno suscitato sconcerto e divisioni tra gli esperti. 

SpaceX, Elon Musk porta in orbita altri 4 astronauti

Missione compiuta, intanto, per la Crew Dragon 2, che ha portato in orbita quattro veterani. Dopo una giornata di volo, venerdì 23 aprile la navetta della SpaceX si è agganciata puntualmente alla Stazione Spaziale Internazionale e i due equipaggi di sono riuniti, in quella che l’astronauta giapponese Akihiko Hoshide, appena arrivato a bordo, non ha esitato a definire “una mischia” di 11 persone, degna di un campo da rugby e nella quale sono rappresentate quattro nazionalità.

Sulla stazione orbitale ora si trovano infatti sei americani, due giapponesi, due russi e il francese Thomas Pesquet, primo astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a volare su un veicolo di un’azienda privata.

Lanciata il 23 aprile dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral con un razzo Falcon 9 della SpaceX, la Crew 2 ha affrontato la seconda missione operativa gestita dall’azienda di Elon Musk per conto della Nasa: un risultato che consolida la ritrovata capacità degli Stati Uniti di trasportare astronauti alla Stazione Spaziale.

Il viaggio è stato tranquillo e, dopo otto ore di sonno, gli astronauti della Crew 2 hanno cominciato a lavorare alla manovra per agganciare la loro navetta al modulo Harmony della Stazione Spaziale. Al comando c’era l’americano Robert Shane Kimbrough, con la pilota Megan McArthur, anche lei della Nasa, Hoshide, dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa, e l’europeo Pesquet.

Dopo le due ore necessarie per equilibrare la pressione fra i due veicoli, i portelli si sono aperti. Il primo a entrare è stato Hoshide. Aveva con sé il pupazzetto di un pinguino, probabilmente la mascotte che tanti astronauti usano come “indicatore di gravità”, destinato a fluttuare non appena la navetta è in assenza di peso.

Uno dopo l’altro i quattro veterani della Crew Dragon sono entrati, fra gli abbracci dei sette colleghi che li aspettavano. Ora sulla stazione orbitale sono in 11 e questo è possibile perché i voli della navetta privata, in grado di trasportare quattro astronauti, si alternano a quelli della navetta russa Soyuz, che ha tre posti.

Elon Musk e la conquista di Marte

La colonizzazione di Marte non è più un tema da fantascienza e Elon Musk non è il solo a pensare che un simile obiettivo possa avere risvolti tragici. Ma a far discutere è stato piuttosto il tono dell’intervista. Musk e Peter Diamantis hanno scherzato sull’argomento, con drammatica franchezza. 

“Potresti morire – ha detto ridendo Elon Musk – sarà un viaggio scomodo e molto probabilmente non mangeresti bene; si tratterà di missioni ardue e pericolose, dalle quali è possibile che non si torni vivi”. E conclude precisando però che sarà “un’avventura gloriosa e un’esperienza spettacolare”.