Firenze: Matteo Renzi fra Benigni e Carlo Monni. Il Robertaccio: “Presto, che abbiamo appuntamento a Villa Certosa…”

Pubblicato il 12 Dicembre 2010 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Benigni sulla poltrona del sindaco nel Salone dei Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze: questo il siparietto propiziato dall’intervento di saluto del sindaco in carica, Matteo Renzi, in occasione della presentazione di un libro postumo, a cura di Andrea Mancini, di Donato Sannini, poeta e sodale negli anni ’70 di attori allora esordienti come Benigni e Carlo Monni. Il titolo del volume è “Chi dio? La poesia?? Misteriosamente”.

”Qui c’e’ un cittadino onorario di Firenze – ha detto Renzi – che ancora non ha avuto modo di ricevere la sua cittadinanza onoraria, perche’ in questi ultimi 11 anni ha avuto tante cose da fare. Non possiamo dargliela ora, ma chiederei col vostro permesso che, per una volta, il cittadino onorario Roberto Benigni venisse al posto del sindaco. Cosi’ mi tolgo anche la soddisfazione di stare fra Benigni e Monni, e anche queste sono soddisfazioni”.

Renzi, aprendo l’incontro, ha affermato che questo ”e’ un momento in cui qualcuno dice ‘con la cultura non si mangia’. Io non so se con la cultura non si mangia, ma con la cultura si nutre un popolo, si da’ un valore alla relazione di una comunita”’.

Citando alcuni versi di Sannini, il sindaco ha sottolineato che ”se noi non siamo in grado di vivere la vita con questo spirito, con la rabbia giovane e la voglia di partire, non siamo in grado di vivere la nostra eredita’ di citta’ della cultura: si rimane un museo a cielo aperto e basta, una sorta di Disneyland dei beni culturali. Noi invece vogliamo essere una citta’ viva, e le citta’ vive le fanno le persone che mettono il cuore in gioco”.

”Saro’ brevissimissimo, perche’ io e Renzi fra poco, come sapete, abbiamo un appuntamento col presidente nella sede istituzionale di Villa Certosa”. Roberto Benigni ha aperto cosi’, con il suo humour, il suo intervento.

“Dobbiamo andare insieme a ragionare di Firenze – ha proseguito, fra l’ilarita’ dei presenti – facciamo in un secondo perche’ e’ una cosa istituzionale, se ne parla nel letto di Putin io, lui e il presidente: perche’ se no fanno storie, se uno si mette da un’altra parte… mamma mia quante storie!”.