Fs ordina ai controllori: schedate i passeggeri rom

Pubblicato il 6 Maggio 2010 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA

Invitati a segnalare e contare  “eventuali passeggeri di etnia rom” che salgono e scendono dal treno alla fermata di Salone, tra Roma Tiburtina e Avezzano.

L’ingrato compito era stato affidato a controllori e capotreni delle Ferrovie dello Stato, che però si sono ribellati.

Ai ferrovieri veniva dato da Trenitalia  un modulo prestampato da compilare: tra le varie voci, un asterisco sopra la casella annotazioni indicava di selezionare e indicare non i passeggeri molesti o senza biglietto, ma quelli appartenenti all’etnia rom.

La richiesta è stata denunciata dai ferrovieri del sindacato autonomo Fast Ferrovie, che conta 3mila iscritti, soprattutto tra i macchinisti.

Fs nega,  sostiene che il modulo non è mai stato impiegato, ma evidentemente ha circolato abbastanza per provocare la reazione di capotreni e addetti, scandalizzati dalla prospettiva di dover compilare quelle caselle.

“La richiesta ai capotreni di indicare viaggiatori di etnia rom, meramente in quanto tali e senza alcun’altra motivazione, non può avere altra lettura che la discriminazione – scrive al ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna il segretario di Fast, Piero Serbassi. Noi crediamo che tutto ciò non possa essere tollerato. Per questo domandiamo un suo intervento”.

“La fermata di Salone è nei pressi di un grande  campo nomadi – fanno sapere da Fs. Venne soppressa nel 2002 per ragioni di sicurezza, ma il primo aprile è stata ripristinata. In passato ci sono state minacce ai viaggiatori, e con la conseguenza che nessuno voleva più prendere il treno in quella stazione. La riapertura è stata concessa solo a patto di controlli molto rigidi sulla sicurezza, con tanto di telecamere. La questione di quell’area è nota a tutte le amministrazioni”.

Le difficoltà per gli addetti alla “selezione” non sono però soltanto etiche, ma anche pratiche: “Come fa il personale a stabilire che il cliente in questione sia inequivocabilmente di etnia rom?” chiede Serbassi nella lettera a Carfagna. Si attendono risposte.