Grandi Eventi, l’Espresso: “Banca Marche scrigno della cricca”. La replica: “Non coinvolti”

Pubblicato il 10 Febbraio 2011 - 18:53 OLTRE 6 MESI FA

ANCONA – Secondo L’Espresso Banca Marche sarebbe “lo ‘scrigno della cricca’, il gruppo di potere che si sarebbe spartito i contratti delle grandi opere”.

In un articolo sul numero di venerdì 11 febbraio punta i riflettori sull’istituto di credito marchigiano e su ”operazioni sospette per decine di milioni”. Secondo il settimanale, davanti ai nomi di Anemone e Balducci ”gli impiegati si mettevano ‘a disposizione”’, ”accettavano il deposito di grosse somme di denaro, anche in contante, senza che venisse identificato chi realmente effettuava l’operazione. O pagavano assegni non trasferibili a persone diverse da quelle indicate, ignorando tutte le norme. La stessa procedura di favore era estesa anche ai bonifici e ai prelievi: milioni di euro che andavano e venivano senza segnalazioni antiriciclaggio”, dice l’Espresso.

Operazioni che dovevano essere notificate a Bankitalia, invece ”non è stato mai fatto”. Secondo quanto sostiene il settimanale, ”lo scrigno dei soldi facili della Cricca è stato individuato dai magistrati di Firenze e Perugia nella Banca delle Marche. Balducci, Anemone e la loro corte di amici, soci e familiari godevano di percorsi facilitati per muovere denaro, inclusi i quattrini che secondo gli investigatori erano tangenti”.

La vicenda finisce nel mirino degli ispettori di Bankitalia. Quando la banca ”comprende di avere in casa gli indagati ai quali ha steso tappeti d’oro cerca di correre ai ripari” e collabora con gli ispettori. ”Le ‘anomalie’ riportate nella relazione riservata sono tante e una frecciata gli ispettori la inviano anche alla direzione generale, di cui è responsabile Massimo Bianconi”, ”protagonista – chiosa l’Espresso – delle cronache finanziarie ma anche di quelle giudiziarie”, in quanto ”indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’immobiliarista Danilo Coppola”. Secondo il rapporto di Bankitalia, riporta ancora l’Espresso, l’istituto ”custodisce 17.500 conti senza certezze sull’identità dei titolari”; 40 di questi depositi sarebbero relativi ”a società lussemburghesi o di San Marino”. La direzione generale delle Banca, per rispondere ”alle ‘omissioni’ contestate ha avviato procedimenti disciplinari per i responsabili delle filiali coinvolte nell’inchiesta”.

LA REPLICA DI BANCA MARCHE ”L’indagine ispettiva della Banca d’Italia in materia di antiriciclaggio, a cui si fa diretto riferimento nell’articolo, si e’ svolta in un contesto di assoluta collaborazione con l’Autorità, senza che i fatti riportati possano essere riferiti a persone e/o situazioni aziendali pregiudizievoli dell’integrita’ organizzativa e della solidità patrimoniale e reddituale della Banca stessa”. E’ la replica di Banca Marche all’articolo dell’Espresso.  L’istituto puntualizza peraltro che ”nessun esponente aziendale dell’amministrazione e della direzione generale della Banca risulta coinvolto nei fatti inerenti l’inchiesta Anemone-Balducci”.