Genova. Sestri fra il pedofilo don Seppia e la Fincantieri

di Franco Manzitti
Pubblicato il 26 Maggio 2011 - 12:49| Aggiornato il 27 Maggio 2011 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Un attacco di cuore stronca in un reparto del grande ospedale di San Martino, l’ex sindaco socialista di Genova, Fulvio Cerofolini, 83 anni, di cui dieci passati tra il 1975 e il 1985 a Palazzo Tursi, primo a inaugurare le “giunte rosse”, Pci-PSI, dopo i lunghi governi democristiani e poi il centrosinistra. Si ferma il cuore del sindaco socialista lombardiano, avversario di Craxi, ex sindacalista e tranviere, poi deputato, consigliere regionale, difensore civico, il curriculum perfetto di una vecchia gloria della Prima Repubblica.

Si ferma il cuore del vecchio ex sindaco, icona degli anni Settanta-Ottanta-Novanta della Genova postindustriale portuale e marittima, nello stesso giorno in cui l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, il classico boiardo di Stato, ferma il cuore del cantiere navale di Sestri Ponente, luogo ombelicale dell’industria marittima genovese e italiana.

Corrono gli infermieri per cercare di salvare il vecchio cuore del sindaco e corrono i comunicati che annunciano la tempesta dell’altra morte, quella dell’altro cantiere, incendiando Genova, rialzando barricate operaie che non si vedevano da decine di anni.

La terribile tragicità delle coincidenze temporali. Cerofolini era il sindaco di quella Genova postindustriale, che aveva incominciato a difendere fabbriche e cantieri in una visione purtroppo arretrata dello sviluppo economico, postfordista e dura e pura, di una città di tuteblù contro quella dei colletti bianchi o dei camerieri, come sibilavano sprezzanti i capi del vecchio Pci egemone, alludendo al futuro turistico e terziario che si intravvedeva oltre i cantieri navali, le fabbriche siderurgiche, come l’Italsider dell’acciaio di Stato in quasi fallimento, dell’Ansaldo, fabbrica di ogni “saper fare”, ex perroniana, dell’Italimpianti, insomma delle mitiche PPSS, inginocchiate dai colpi delle prime crisi mondiali.

Il cantiere di Sestri era il simbolo di un primato indiscutibile, della perizia navalmeccanica, quella che aveva portato a varare navi emblema della capacità industriale e marittima degli zeneisi: il Rex mitizzato da Fellini, l’Andrea Doria della tragedia nel luglio 1956 , speronata davanti all’isola nordamericana di Nanthuket, dalla rompighiaccio svedese Sthokolm. la Michelangelo del record di traversata atlantica e tante altre e poi delle odierne ammiraglie giganti del mare, costruite sul boom delle crociere nel mondo globalizzato.

Si fermano insieme il cuore del compagno Fulvio e quello del Cantiere e quel che succede è, comunque, un bel funerale di prima classe come quella che i bastimenti costruiti a Sestri lucidavano sul ponte più alto della nave da varare meglio di qualsiasi altro cantiere al mondo.

Cerofolini sarà onorato nella sala del Consiglio Comunale, con i discorsii funebri di una classe politica che più che piangere lui, piange se stessa e il modello politico-economico che non c’è più.