Guardare lo schermo dello smartphone è un gesto contagioso. Lo studio dell’università di Pisa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2021 - 15:27 OLTRE 6 MESI FA
Guardare lo schermo dello smartphone è un gesto contagioso. Lo studio dell'università di Pisa

Guardare lo schermo dello smartphone è un gesto contagioso. Lo studio dell’università di Pisa (foto d’archivio Ansa)

Guardare lo schermo dello smartphone è un gesto contagioso. Gesto che rientra nei “fenomeni di mimica spontanea”. L’imitazione  si manifesta entro 30 secondi al di là delle differenze di genere, età o livello di familiarità delle persone, siano esse estranei, conoscenti o parenti.

Lo rivela uno studio condotto da un team di ricercatori dell’università di Pisa e pubblicato sul Journal of Ethology.

Guardare lo schermo dello smartphone è un gesto contagioso. Gli esperti: “Come una risata o uno sbadiglio”

E’ la prima ricerca, spiega una nota, che applica un approccio etologico all’uso dei telefonini.

“La mimica spontanea – spiega Veronica Maglieri dottoranda dell’ateneo pisano – come il contagio della risata o dello sbadiglio, è un fenomeno biologico che accresce la familiarità tra i soggetti avendo un ruolo nello sviluppo delle relazioni sociali. Ma in questo caso, sembra produrre un risultato opposto, poiché attivando la nostra necessità di usare il cellulare anche quando siamo in compagnia, ci allontaniamo dalla realtà che stiamo vivendo e veniamo traghettati verso una realtà completamente virtuale, anche se siamo circondati da persone fisiche”.

Per realizzare lo studio i ricercatori hanno osservato gruppi persone ignare della ricerca controllando il loro comportamento dopo essere stati esposti a due diversi stimoli.

Guardare lo schermo dello smartphone è un gesto contagioso. I test

In un caso gli sperimentatori prendevano il loro smartphone e lo manipolavano per almeno cinque secondi guardando direttamente lo schermo illuminato. Nell’altro eseguivano esattamente le stesse azioni, fatta eccezione per lo sguardo (e quindi l’attenzione), che non era diretto verso lo schermo illuminato, ma altrove.

Il risultato, spiega l’ateneo pisano, “è stato che nel primo caso, con un’altissima frequenza, le persone prendevano i loro smartphone e si mettevano a guardarli entro 30 secondi, e secondo i ricercatori la molla che fa scattare il contagio è dunque l’attenzione, mentre la mera manipolazione del telefonino non è sufficiente a evocare un fenomeno di mimica spontanea”.